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Registi esagerati: le storie più folli dai set di tutto il mondo

Da Friedkin che prese a schiaffi un prete a Herzog che fece trascinare una nave su per una collina. E poi Kubrick, Kurosawa, Hitchcock... Ecco le follie dei registi più amati

L'esorcista

06.11.2015 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Lavorare con un grande regista non è sempre una passeggiata. Perché si parla spesso degli attori di metodo, delle loro bizzarrie, di come Daniel Day Lewis si sia fatto chiamare “presidente” sul set di Lincoln o Viggo Mortensen sia andato in Siberia per preparasi a La promessa dell'assassino. Ma anche certi registi non scherzano.
 
Lo sapevate, ad esempio, che William Friedkin prese a schiaffi un prete sul set de L'esorcista? È tutto vero. Il prete in questione era il reverendo William O'Malley, consulente del film e interprete di padre Dyer. Prima di una scena solenne e drammatica, Friedkin chiese a O'Malley se si fidasse di lui e poi gli rifilò una sberla che offese molti membri cattolici della troupe. Ma a Friedkin poco importava, perché aveva ottenuto il suo risultato: far recitare intensamente un non-attore.

William Friedkin sul set de L'esorcista
 
La storia del cinema è piena di queste follie. Werner Herzog, al di là del suo famoso rapporto di amore/odio con Klaus Kinski, costrinse cast e troupe a trascinare una nave di 320 tonnellate su e giù per una collina in una scena di Fitzcarraldo. Consapevole che nessuno aveva mai tentato qualcosa di simile in un film prima di lui, Herzog si autodefinì “Conquistador dell'inutile”. Tutto, pur di ottenere una scena “vera” e non una simulazione. Così come fece Stallone quando, sul set di Rocky IV di cui era anche regista, chiese a Dolph Lundgren di colpirlo davvero. Un pugno particolarmente forte, da parte dell'enorme svedese, fece sbattere il cuore di Sly sulla sua cassa toracica, mandandolo in cura intensiva per una settimana. E che dire di John Waters, che sul set di Pink Flamingos costrinse il suo attore-feticcio, il travestito Divine, a mangiare un vero escremento di cane?

Werner Herzog e l'impresa di Fitzcarraldo
 
Pensando a una cosa del genere, viene da dire che la sorte di Tippi Hedren sul set de Gli uccelli di Alfred Hitchcock sia stata quasi migliore. Dopo che l'attrice aveva rifiutato le avance del regista, questi si vendicò pretendendo di usare veri uccelli nella scena in cui la Hedren viene attaccata da uno stormo. Per un'intera settimana, gabbiani, piccioni e corvi le furono lanciati addosso. Uno quasi le staccò un occhio e al termine delle riprese la Hedren si trovò ferita e traumatizzata, al punto da non voler mai più lavorare con Hitchcock nonostante il contratto che la legava a lui. Da un regista abbastanza notoriamente sessista a un altro: Lars Von Trier si scontrò molto duramente con Bjork sul set di Dancer in the Dark. La pop-star e attrice ricambiò dicendo che non avrebbe mai più lavorato in un film (cosa poi non avveratasi). Ma la volete sapere un'altra bizzarria di quel set? Von Trier girò i numeri musicali con cento macchine da presa contemporaneamente, per tagliare i tempi di lavorazione.

Tippi Hedren ne Gli uccelli
 
Chiudiamo con due geni, scomparsi a pochi mesi di distanza: Stanley Kubrick e Akira Kurosawa. Due geni sadici, bisognerebbe aggiungere. Kubrick, noto perfezionista folle, fu particolarmente severo con Scatman Crothers e Shelley Duvall sul set di Shining. Costrinse il primo a girare 50 volte una scena banalissima, in cui doveva solo attraversare la strada senza parlare. La seconda dovette sorbirsi i suoi attacchi verbali violentissimi e arrivò a ripetere 127 volte la scena in cui colpisce Jack Nicholson con una mazza. Kubrick lo faceva per far entrare l'attrice nella giusta atmosfera di follia, e il risultato finale... beh gli dà ragione, dopo tutto. In una scena di massa di Spartacus, invece, Kubrick non era molto felice della posizione di una comparsa, stesa su una distante collina. Quando chiese all'uomo di contorcersi leggermente, gli fu detto che si trattava di un manichino. “E allora contorcetelo”, ribatté il regista.

Il perfezionismo di Kubrick al lavoro in Spartacus
 
Kurosawa, infine, era noto per i giganteschi set che faceva costruire solo per usarli o raderli al suolo in una singola scena, come in Barbarossa e Ran. Per lavorarsi gli attori, aveva una tecnica crudele ma funzionale: ne sceglieva uno e lo investiva di improperi, in modo che gli altri fossero motivati a dare il massimo. Ne Il trono di sangue, c'è una scena in cui il personaggio di Toshiro Mifune viene preso di mira dai suoi stessi arcieri. Ebbene, le frecce usate usate sul set erano vere: Kurosawa volle così per ottenere una reazione realistica da Mifune. Fare l'attore, a volte, è un lavoraccio.