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Top Five: Viggo Mortensen, attore di metodo

Ha attraversato la Siberia, imparato il russo, mangiato grilli e anche peggio: è Viggo Mortensen, il più estremo attore di metodo del cinema americano. In occasione dell'uscita di "The Road", rivediamo i suoi cinque ruoli più belli e sofferti.

La promessa dell'assassino - Viggo Mortensen

28.05.2010 - Autore: Marco Triolo
Parafrasando la pubblicità di una famosa marca di tè, “Devozione, e un pizzico di malattia mentale”: così potremmo definire sinteticamente Viggo Mortensen, uno degli attori di metodo più estremi dei nostri giorni. Forse il più estremo, dopo la morte di Heath Ledger. Cioè, un conto è studiare un accento e girare per il set vestito come il proprio personaggio, un altro è farsi una vacanza in Siberia e girare per la Nuova Zelanda con addosso un’armatura! Per questo suo entusiasmo nell’accettare le sfide attoriali più spaventose, Viggo è uno dei nostri più indiscussi idoli. Vogliamo condividere con voi questo nostro amore, in occasione dell’uscita di “The Road” (qui la nostra recensione). Ecco, dunque, cinque tra i ruoli più belli, sofferti e bizzarri di Mr. Mortensen!

Viggo Mortensen e Gwyneth Paltrow in Delitto perfetto

5. David Shaw in “Delitto perfetto” (1998)
Un remake di Alfred Hitchcock è sempre una scommessa con la morte e la vergogna, ma se “Delitto perfetto” alla fin fine non scade nella tristezza forse il motivo è la presenza di Viggo, che recita nella parte dell’artista maledetto/amante selvaggio rendendolo credibile e mai troppo stereotipato… anche perché alla fine fa la parte di se stesso! Insomma, lui è proprio uno che il fascino del bel tenebroso ce l’ha di natura, quindi non è che abbia dovuto studiarsi il ruolo la sera. In più, i quadri che si vedono nel film sono opera sua. Capito? Questo recita, scrive, dipinge, è un fotografo, un compositore, conosce trenta lingue e ha pure una laurea in astrofisica applicata (ok, magari l'ultima ce la siamo un pochino inventata). Un bell’aneddoto: pare che per rilassare Gwyneth Paltrow prima delle scene hot, Viggo fosse solito cantarle canzoni d’amore che aveva imparato in Argentina (ma cos’è? Una puntata di “How I Met Your Mother”?!). “Non so se ho finito per spaventarla, invece”, ha dichiarato la star. Poi uno dice che gli cadono ai piedi…

Viggo Mortensen in A History of Violence

4. Tom Stall in “A History of Violence” (2005)
Cosa vuoi che sia imparare l’accento di Philadelphia per uno che è fluente in un sacco di lingue, comprese quelle che non esistono (vedi sotto)? Quindi, verrebbe da pensare che, quando si è dovuto preparare per il ruolo di Tom Stall in “A History of Violence” di David Cronenberg, Viggo non si sia sforzato più di tanto. Almeno non come al suo solito. Sbagliato. Non solo Mortensen ha arredato la finta casa del suo personaggio con una serie di ninnoli acquistati durante un viaggio nel Mid West (a ridaje, ma questo viaggia più dello staff Pixar!): durante le riprese, se n’è andato pure in giro con gli indigeni, nella fattispecie lo zio e il fratello della co-star Maria Bello, per imparare l’accento giusto. Sarà per la sua cura maniacale dei dettagli che Cronenberg lo avrà richiamato per “La promessa dell’assassino”? Probabile, anche se questo è niente a confronto di quello che avrebbe fatto per “diventare” russo. Continuate a leggere…

Viggo Mortensen e Kodi Smith-McPhee in The Road

3. L’uomo in “The Road” (2009)
Prima di parlare di questo, invitiamo tutti i lettori sensibili di stomaco a trattenersi. Seriamente, ultimo avviso. Ok, tutti gli altri sono avvertiti. Durante le riprese di “The Road”, ottimo affresco apocalittico firmato da John Hillcoat e tratto da un romanzo di Cormac McCarthy, è stato riportato che tra Viggo e la sua giovane co-star Kodi Smit-McPhee si era instaurato un rapporto di grande amicizia. Ora sappiamo perché: Viggo ha finalmente trovato uno pazzo quanto lui. Sì, perché, in nuce, il piccolo Kodi ha tutte le qualità per essere il prossimo attore di metodo “estremo” del futuro! Volete sapere perché? Perché… per entrare meglio nei personaggi, i due hanno mangiato insieme dei grilli! Hahaha!! Capito? Dei grilli, tanto per capire davvero cosa voglia dire vagare per l’America del dopo-apocalisse, dove il cibo scarseggia e ovviamente i simpatici amici di Pinocchio sono diventati una prelibatezza. D’ora in poi ricordatevelo, quando vedrete “The Road”: quel faccino angelico ha mangiato dei grilli veri. E rabbrividite.

Viggo Mortensen in La promessa dell'assassino

2. Nikolai ne “La promessa dell’assassino” (2007)
Uno dei ruoli migliori di Mortensen è anche la prova che è completamente pazzo. L’attore ha studiato la cultura dei tatuaggi russi, e fin qui. Ha fatto anche il bel gesto di cancellarseli ogni volta che usciva dal set, perché una sera in un ristorante di Londra spaventarono a morte una coppietta di signori russi. Insomma, normale amministrazione. Le cose cominciano a farsi un po’ più strane quando scopriamo che ha studiato l’accento russo e quello ucraino, perfezionando la sua parlata ben oltre quello che normalmente è richiesto agli attori. Poi salta fuori che ha studiato approfonditamente le gang criminali del “vory v zakone”, i cosiddetti ladri nella legge, cioè i criminali russi. Il problema è che oltre a questo, Viggo s’è pure recato in pellegrinaggio a Mosca, San Pietroburgo e sugli Urali siberiani, dove ha viaggiato per cinque giorni senza interprete. Senza interprete! E ha guidato! Nella neve!! Alla fine è un miracolo che non sia entrato nella mafia russa: fortuna che si guadagna bene anche a fare gli attori.

Viggo Mortensen in Il Signore degli Anelli - Il ritorno del Re

1. Aragorn nella trilogia de “Il Signore degli Anelli” (2001-2003)

C’è mancato un pelo che non fosse Viggo a interpretare Aragorn, il vagabondo dal sangue reale che guida la compagnia dell’anello contro il malvagio signore del male Sauron. Stuart Townsend doveva inizialmente interpretarlo, ma Peter Jackson lo rimpiazzò all’ultimo secondo con Mortensen. Facendo l’affare della vita. Perché quando giri una trilogia di kolossal costosissimi, magari ti va anche di tagliare le spese. E scambiare una star lagnosa per uno che già sa maneggiare una spada, ha una predisposizione per le lingue (siamo sicuri che anche adesso parli fluentemente elfico) e non teme di girare gli stunt da solo (fino a ferirsi!!) è di sicuro un’ottima dritta. “Un giorno, durante una breve pausa dalle riprese – ha dichiarato Jackson – eravamo in un ristorante e ho incontrato Viggo alla cassa. Senza pensarci l’ho chiamato Aragorn, e per la mezzora successiva abbiamo parlato come se fosse Aragorn e non penso che Viggo se ne sia mai accorto”. No comment. Come abbiamo già accennato, Viggo aveva anche l’abitudine di andarsene in giro con l’armatura, per avere l’aria di uno che ha macinato per davvero i chilometri. Il fatto che si portasse anche appresso la spada ci fa ritenere con una certa sicurezza che abbia anche cacciato uno o due cervi, tra una ripresa e l’altra. Mangiare un cervo appena cacciato sotto le stelle, con il vento nei capelli e la tua spada insanguinata al fianco, mentre canti un’antica filastrocca elfica. Ah, questa sì che è vita!

Viggo Mortensen insieme al regista David Cronenberg

Non possiamo salutarci prima di aver almeno citato “A Dangerous Method”, terza collaborazione con David Cronenberg in cui Mortensen interpreterà Sigmund Freud. A parte l’evidente ironia del titolo, speriamo che lo studio della psicanalisi (che, siamo certi, Viggo avrà intrapreso con entusiasmo) aiuterà il nostro eroe a venire a capo delle sue patologie…

Per saperne di più
L'intervista a Viggo in occasione della presentazione di The Road

La recensione di Good
La recensione di Appaloosa
La recensione de La promessa dell'assassino

L'intervista in occasione della première di Appaloosa

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