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Prime recensioni de Il corriere – The Mule, il ritorno di Clint Eastwood divide la critica

Un film che si basa sui punti di forza del regista/attore. E questo può essere un bene e un male

The Mule

13.12.2018 - Autore: Marco Triolo
Clint Eastwood torna davanti alla macchina da presa nel suo ultimo film, Il corriere – The Mule. Per i fan dell'attore/regista è un evento: era dal 2012 che Eastwood non recitava, e aveva anche apertamente dichiarato che non l'avrebbe più fatto.
 
Scritto da Nick Schenk, lo stesso sceneggiatore di Gran Torino, l'ultimo film diretto e interpretato da Eastwood che quest'anno compie dieci anni, Il corriere – The Mule percorre strade molto simili nel raccontare il risveglio di un anziano razzista, fuori dal tempo, incapace di comprendere i cambiamenti del mondo intorno a lui. In questo caso trattasi di Earl Stone, un novantenne orticoltore che inizia a lavorare come corriere per il cartello messicano di Sinaloa. Chi mai potrebbe sospettarlo, dopo tutto? Il film è basato su una storia vera, perfetta come veicolo per Eastwood.
 
La critica americana si è divisa in due tra chi ha apprezzato l'approccio classico e il fatto che Eastwood regista e attore abbia giocato sui suoi punti di forza, e chi invece avrebbe preferito vedere qualcosa di nuovo da lui.
 
“L'anziano amante del divertimento interpretato da Eastwood è in contrasto con quello irascibile e insolente da lui interpretato nel successo Gran Torino dieci anni fa”, scrive Todd McCarthy su The Hollywood Reporter. Il film racconta “i rimorsi di un anziano e il suo desiderio di migliorare se stesso anche in tarda età” e “dimostra che Eastwood non ha perso il suo fascino, sia come regista che come attore”. “I fan lo adoreranno”, conclude McCarthy.
 
Un'affermazione subito smentita da Peter Debruge di Variety: “Un ruolo come questo è allo stesso tempo delizioso e deludente per i fan di Eastwood, perché Il corriere – The Mule gioca sui punti fermi della star”. “Il problema con The Mule”, prosegue, “è che invita il pubblico a ridere con Earl e la sua ignoranza”. “Questa è forse la più grande delusione in un film che, per il resto, è classico Eastwood: sobrio, efficiente e moralmente abbastanza complicato da regalarci una soddisfacente serata al cinema”.

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Ben più critico Benjamin Lee di The Guardian. Per lui il film è “un lento fiasco”, “una storia stranamente inelegante, rovinata da una sceneggiatura incerta, una visione politica che mette a disagio e un ritmo letargico”. “Il film di Eastwood è più un dramma lento nascosto tra gli orpelli di un thriller. Eppure come dramma è inconsistente, frustrante, incapace di stabilire un nucleo morale credibile o un payoff convincente”.
 
“The Mule presenta tutto ciò che è sia rassicurante che limitante nel classico approccio alla narrazione del regista ottantottenne”, afferma Tim Grierson di Screen Daily. Come nel caso dei suoi ultimi film, Eastwood “preferisce i sentimenti alle sfumature, eppure The Mule risuona grazie al suo sguardo senza compromessi alla corrotta guerra alla droga americana, e grazie al suo ritratto di un anziano pieno di difetti, che ha esaurito tutte le opzioni e le seconde possibilità”. “Né la storia di Earl, né l'indagine per catturarlo sono particolarmente appassionanti. Eppure la calma sicurezza della narrazione e l'originale contrasto tra Earl e questo mondo a lui sconosciuto sono un motore sufficiente per The Mule”.
 
Il corriere – The Mule arriverà in Italia il 7 febbraio, distribuito da Warner Bros. Qui il trailer.