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L'altra Italia al Festival di Roma

Due film italiani scelti per aprire le sezioni CinemaXXI e Prospettive Doc.

L'amministratore di Vincenzo Marra<br>

04.10.2013 - Autore: Mattia Pasquini
Lo si attendeva al varco, ma piano piano il Festival Internazionale del Film di Roma di Marco Muller sta svelando le sue carte… Oltre all'anteprima di Hunger Games, da molti prevista, e un poker di film di lingua inglese di primo livello, si conferma una tendenza interessante - per ora - quella di affidare al nostro cinema le 'inaugurazioni' piu' importanti della manifestazione.

Dopo aver scelto Veronesi per inaugurare il Festival, come Fuori Concorso di rango, arriva ora la notizia che saranno altri due film italiani ad aprire i Concorsi CinemaXXI e (ovviamente) Prospettive Doc Italia del Festival.

Nel primo caso si parla de "L’amministratore" di Vincenzo Marra - amatissimo da Martin Scorsese che lo reputa uno dei cineasti italiani più innovativi degli ultimi anni - e prodotto da Gianluca Arcopinto. L’ultimo dei film realizzati dal regista per raccontare la sua Napoli. Dopo lo stadio (Estranei alla massa), il tribunale (L’udienza è aperta), la fabbrica (Il grande progetto) e il carcere (Il gemello), Marra si interroga su quale sia il nuovo luogo da cui partire. “Mi è venuto in mente che il nuovo luogo avrebbe dovuto essere la casa. – dichiara il regista - Volevo entrare nelle case delle persone, per capire come stanno veramente le cose e come è la situazione”.



Un film che racconta le giornate di Umberto Montella, amministratore di numerosi condomini a Napoli, con la sua famiglia a lavorare nel suo studio, con le riunioni, gli incontri e i problemi quotidiani di piccola e grande portata. L'eterogenea platea di clienti ci racconta l'Italia di questi giorni. L'amministratore è un "Caronte" che ci traghetta nelle varie anime della città, nei condomini dei ricchi e dei poveri, dove spesso lo scontro con il proprio vicino, diventa la valvola di sfogo per tirare avanti.

Nel secondo caso, invece, Lettera al Presidente di Marco Santarelli ci introdurra' in quella che è diventata una linea di programma rivolta ad esplorare le nuove tendenze del cinema documentario italiano. E lo fa raccontando storie di uomini e donne che, dal dopoguerra a oggi, si sono rivolti al Presidente della Repubblica con una speranza; un viaggio fatto di storie di vita, dure e drammatiche, ma anche di tanti sogni, che ci presenta l’Italia di ieri (e forse di oggi) da un punto di vista inedito.

Lettera al Presidente è un attraversamento dell’immaginario collettivo di un Paese che, uscito dal disastro della seconda guerra mondiale, si è trovato ad affrontare le lusinghe del boom economico. Attento narratore di storie collettive, nonché emergente del cinema documentario italiano, Santarelli racconta con grande passione civile il rapporto – immaginario – che lega gli italiani al cosiddetto “potere”. Il documentario porta alla luce voci sepolte dal tempo, la cui urgenza risuona oggi più forte che mai.
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