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L'Alba del cinema italiano

Con un cognome così è difficile dimenticarla. Alba Rohrwacher, ormai una certezza del cinema italiano, continua a regalare interpretazioni superbe, conquistando il favore di pubblico e critici..

Alba Rohrwacher

09.09.2008 - Autore: Anna Toppani
Un viso dolce. Occhi espressivi, in grado di raccontare il mondo. Un cognome, difficile da pronunciare e contemporaneamente impossibile da dimenticare e, con una formazione come la sua, la Rohrwarcher non ha nulla da invidiare ai colleghi più famosi. Nata a Firenze, classe 1979, Alba ha dedicato la sua vita alla recitazione, partendo dal teatro con i corsi dell’Accademia dei Piccoli di Firenze nel 1997 per passare, l'anno successivo, al corso di recitazione presso la scuola De’ Pinti. In seguito si trasferisce a Roma dove nel 2003 si diploma come attrice al Centro Sperimentale di Cinecittà e, da quel momento, la sua carriera è decollata. Con una filmografia da far invidia, è un attrice umile e timida che non ha mai fatto parlare di sé al di fuori del set. Disponibile e riservata, debutta sul grande schermo nel 2004 diretta da Carlo Mazzacurati ne “L’amore ritrovato” pellicola che, però, non ha ricevuto grandi consensi, pur mettendo in mostra il suo spessore di attrice. Nel 2005 recita in “Melissa P” diretta da Luca Guadagnino e in “4-4-2 Il gioco più bello” di Claudio Cupellini.

Alba non è un'attrice egocentrica, né appassionata di flash e riunioni mondane. Per imporsi, ha scelto la strada più tortuosa, lunga, ma anche più sicura, come la definisce lei 'without': quella che punta dritta alle capacità recitative scansando sistematicamente quella del gossip e della carriera “patinata”. Si è dunque imposta pian pianino, sfruttando il grande amore per la recitazione e quella sensazione da predestinata che l'ha accompagnata sin da bambina, quando nella sua stanza, tra bambole e giocattoli, sognava l'emozione della recitazione. Grazie allo spessore interpretativo, ma anche alla completa dedizione verso la crescita professionale, i registi delle ultime generazioni e anche quelli più “stagionati”la cercano proponendole nuovi ruoli. Ecco dunque che il 2007 è l’anno della conferma: dopo il ruolo nella famiglia Benassi come sorella di Riccardo Scamarcio e Elio Germano nel film "Mio fratello è figlio unico", partecipa a “Piano, solo” di Riccardo Milani e interpreta la figlia di Antonio Albanese e Margherita Buy in “Giorni e nuvole” di Silvio Soldini, ruolo per cui riceve il David di Donatello 2008 come migliore attrice non protagonista. E' l'inizio dell'ascesa. Rapida e ricca di riconoscimenti. Sempre nel 2008 recita in “Riprendimi”, presentato al Sundance Film Festival, e in “Caos calmo” di Antonello Grimaldi al fianco di Nanni Moretti.

La passeggiata sul leggendario tappeto rosso del Festiva di Venezia a questo punto è quasi scontata. Il viaggio sul Canal Grande è al fianco di Pupi Avati e Silvio Orlando _ vincitore della Coppa Volpi come miglior attore protagonista _ del film in concorso “Il papà di Giovanna”, nel quale Alba, coprotagonista, interpreta Giovanna, una ragazza disturbata con un padre iperprotettivo, Silvio Orlando, che proprio per colpa della sua iperprotettività, non si accorge dei disturbi mentali della figlia che saranno la causa di un tragico destino.
Un attrice multicolore dunque, che riesce a dare il meglio di sé nei ruoli drammatici e che con grande umiltà continua a “studiare” il mondo della recitazione, cavalcando con sicurezza la rinascita del cinema d'autore italiano.