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La critica su Ant-Man: le dimensioni non contano

Il nuovo blockbuster Marvel riduce le ambizioni come le dimensioni dell'eroe protagonista. E vince per questo

Ant-Man

10.07.2015 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Il verdetto su Ant-Man? Un piacevole blockbuster estivo con sequenze d'azione molto inventive e un'ambizione ridotta come le dimensioni del suo eroe. Insomma, una boccata d'aria fresca nel mezzo di un'escalation di cast e dimensioni che ha portato al recente Avengers: Age of Ultron.

“La Marvel ha creato qualcosa che non si vedeva da molto tempo – scrive Robbie Collin di The Telegraph – Un supereroe che fatica nelle piccole cose”. “Sin dall'inizio del serial Marvel nel 2008 abbiamo visto ingrandirsi i cast, le scene d'azione e l'interazione tra i personaggi. Ant-Man scarta in un'altra direzione: humor frizzante, una forte posta in gioco emotiva e invenzione anziché imponenza. Piccoli piaceri”. “In un'estate sovradimensionata, i dinosauri e gli Schwarzenegger robot non sapranno cosa li ha colpiti”, scrive Kevin Harley di Games Radar, che definisce Ant-Man un film “divertente, frizzante, solido e quasi autosufficiente che, a parte qualche problemuccio, ha degli ingegnosi assi nella manica” e nel quale Michael Douglas, nel ruolo del mentore “alla Wall Street” “vende ogni battuta nei panni di Hank Pym”. Il cambio al vertice, con la fuoriuscita del regista Edgar Wright a poche settimane dalle riprese e dopo anni di lavorazione, non si fa troppo sentire nel prodotto finito: “Peyton Reed potrà anche non avere il gusto pop-art e l'ambizione senza freni di Wright, ma azzecca l'equilibrio tra commedia, dramma e azione e porta a casa le sequenze action”. Anche Kim Newman di Empire la pensa così: “Tra fantascienza, film di rapina, commedia con supereroi e soap-opera, il film tocca tanti generi quanti sono i personaggi di Avengers, ma riesce a far bene quasi tutti. Estremamente gradevole, con momenti di vera meraviglia”.

Non tutti, però, sono d'accordo. “Ant-Man serve battute che non fanno ridere ed emozioni che non emozionano – scrive Alonso Duralde di The Wrap – Ci sono pezzi che, presi individualmente, funzionano benissimo, come la performance di Douglas e l'esecuzione della rapina in casa Pym”. Ma: “Le spalle comiche, che dovrebbero far ridere, sono irritanti, la storia d'amore non genera alcuna scintilla e, anche se la battaglia finale sfodera un paio di gag visive memorabili, la posta in gioco emotiva non arriva mai a farci aggrappare ai braccioli della poltrona”. Per David Ehrlich di Time Out, il problema sta nella mancanza di coraggio della Marvel: “Al regista Peyton Reed va dato credito per essere salito a bordo di un treno in corsa, ma il suo inoffensivo prodotto finale prova che la Marvel è più interessata a proteggere il marchio che a realizzare bei film”.

Ant-Man arriverà nelle nostre sale il 12 agosto, distribuito da The Walt Disney Company.

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