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Il quinto elemento di Luc Besson compie vent'anni: cinque ragioni per riscoprirlo adesso

Il film con Milla Jovovich e Bruce Willis spegne venti candeline. Ecco perché vale la pena di vederlo ancora oggi

Il quinto elemento

09.05.2017 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Era il 9 maggio 1997, esattamente vent'anni fa. Il quinto elemento di Luc Besson usciva nei cinema americani due giorni dopo la sua anteprima in apertura al Festival di Cannes. Per molte ragioni, è un film importante. È stato a lungo la produzione più costosa in Europa, ha segnato una svolta nella storia dei moderni effetti speciali cinematografici. Ha lanciato la carriera di Milla Jovovich e rinverdito quella di Bruce Willis. Ma ha anche diviso fortemente la critica, venendo proclamato allo stesso tempo il peggiore e il migliore blockbuster estivo di tutti i tempi. La verità però è una sola: Il quinto elemento fu un successo notevole per l'epoca (263 milioni di dollari incassati nel mondo) e tra i film che riportarono la fantascienza costosa al cinema. Per festeggiare il ventesimo anniversario del film di Besson, abbiamo pensato a cinque ragioni per rivederlo oggi. Eccole...

 
Milla. Ci sono pochi dubbi sul fatto che Milla Jovovich sia una delle più grandi icone action di oggi. Solamente la serie di Resident Evil basterebbe a immortalarla per sempre tra le donne più combattive del cinema. Il ruolo di Leeloo nel film di Besson ebbe l'onore di dare inizio a una carriera fulgida, e solo per questo vale la pena di riscoprirlo.

 
Moebius e company. Luc Besson è ovviamente cresciuto con i maestri del fumetto francese e, quando iniziò a lavorare a Il quinto elemento nei primi anni Novanta (ben prima che uscisse e prima ancora di girare Leon), chiamò a disegnare gli scenari del film Jean Giraud, in arte Moebius, e Jean-Claude Mézières, creatore della saga di Valérian e Laureline. Dalle loro menti eccelse nacquero le ambientazioni che poi Besson traspose sul grande schermo. Ne Il quinto elemento c'è un amore enorme verso Métal Hurlant e i classici delle bande dessinée. Anni dopo, Moebius e Alejandro Jodorowsky avrebbero fatto causa a Besson per aver saccheggiato materiale dal loro fumetto Incal. La causa fu respinta ma fa capire quanto, in effetti, il film viaggi al confine tra omaggio spinto e plagio.

 
Effetti speciali. Il quinto elemento fu anche un film importante nella storia degli effetti speciali. Il team di Besson combinò miniature e CGI (fornita dalla Digital Domain) per creare un mondo colorato e spettacolare, complesso e caotico. Non si era mai visto nulla come la New York del 2263 in cui si svolge buona parte del film. Nel 1997 quegli effetti erano rivoluzionari. Oggi ovviamente si può fare ben di più, ma il film va rivisto nell'ottica di vent'anni fa, per capire l'evoluzione degli effetti speciali al cinema.

 
Il meglio e il peggio. Per alcuni, Il quinto elemento è un film “so bad it's good”. Per quanto si tratti di un'affermazione esagerata, sintetizza perfettamente una delle ragioni per cui vedere o rivedere il film: perché è un'opera controversa. È un'opera che ha diviso la critica pur conquistando una bella fetta di pubblico. Un film sopra le righe, con personaggi e situazioni al limite del ridicolo (il Ruby Rhod di Chris Tucker su tutti), che potreste odiare o amare, senza mezze misure. Ma come ogni opera capace di ispirare zuffe mediatiche, deve essere vista anche solamente per capire che diavolo avessero in testa tutti quelli che ci lavorarono due decenni fa, e anche tutti quelli che la videro in sala.



I costumi. Non contento di aver chiamato due dei più grandi fumettisti francesi, Besson commissionò i costumi allo stilista Jean-Paul Gaultier. Il look del film è sopra le righe, in tema con tutto il resto, e decisamente un pezzo di storia del cinema nel bene e nel male.

E ora, una ragione extra:

 
Valerian e la città dei mille pianeti. Vent'anni dopo, Besson sta per tornare alla space opera con un film che ha molti punti di contatto con Il quinto elemento. È di nuovo il film più costoso mai prodotto in Europa. È di nuovo una lettera d'amore alle bande dessinée e alla fantascienza a fumetti francese. Ed è tratto da un fumetto di Claude Mézières che, come abbiamo già detto, ha contribuito ai design de Il quinto elemento. Insomma, si tratta di due opere sorelle e, per meglio capire il nuovo film di Besson, fareste meglio a rivedere quello vecchio. Anche solo per divertirvi nel constatare i passi da gigante fatti dalla tecnologia negli ultimi vent'anni.
 
Valerian e la città dei mille pianeti arriverà in Italia a settembre, distribuito da 01. Qui ne potete vedere il trailer.