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I 75 anni di Bernardo Bertolucci, in TV la maratona dei suoi film

Un compleanno importante per il regista Premio Oscar che la televisione omaggia riproponendo alcuni suoi capolavori

Novecento

Novecento

16.03.2016 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Dai cortometraggi degli inizi, verso la fine degli anni '50, a Io e Te, che ci permise di incontrarlo al Festival di Cannes del 2012, in mezzo una carriera di oltre cinquant'anni che ha impresso un segno indelebile alla storia del nostro cinema. E internazionale, considerati i premi raccolti da Bernardo Bertolucci. A partire da quello della National Society of Film Critics per la regia di Il conformista nel 1971 fino alla pioggia di Oscar (ben nove!) di L'ultimo Imperatore nel 1988.

Nato a Parma il 16 marzo 1941, per celebrarlo il palinsesto televisivo ci offre più di una occasione di rivedere alcuni suoi grandi film, a cominciare da questa sera stessa. Su Iris, infatti, alle 21:00 parte una maratona da non perdere che inizia con Piccolo Bhudda, film del 1993 con Keanu Reeves e Bridget Fonda che - per la prima volta - portò in una sala cinematografica il Dalai Lama. A seguire The Dreamers-I sognatori del 2003 (alle 23.30), ricco di suggestioni e citazioni filmiche, Il tè nel deserto  (1990) all'01.30 e L’assedio (1998) alle 03.00, un'altra delle sue opere girata a Roma (nell'appartamento in cui D'annunzio scrisse Il piacere).

Ma anche Rai Movie, dopo aver trasmesso - giusto ieri sera - il controverso e storico Ultimo tango a Parigi, non sarà da meno proponendoci martedì prossimo, 22 marzo, alle 23.00, Novecento. Una possibilità unica di rivedere in versione integrale il film del 1976 costato cinque miliardi di dollari, un'epica marxista che lo divertiva aver fatto produrre anche da Major statunitensi e che fece dichiarare a Gérard Depardieu: "Bertolucci è come Victor Hugo".

A ognuno di voi, di noi, a tutti, la responsabilità e il piacere di continuare con i 'festeggiamenti'. Approfittando di una filmografia corposa e splendida, costruita tra i primi anni sessanta, come assistente di Pasolini sul set di Accattone, e il ritorno a quella Roma tanto amata, scelta come casa (a Trastevere) e ritratta anche nel suo ultimo citato film, Io e te, girato in una cantina, per la scelta - anche obbligata - di guardare la realtà da un altro punto di vista, essendo ormai costretto su una carrozzina ("una punizione divina per i troppi carrelli fatti in passato?", come disse lui stesso). Una abitudine per Bertolucci.