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I 50 anni di Indovina chi viene a cena: 10 ragioni per rivedere questo classico contro il razzismo

Il film di Stanley Kramer, interpretato da Sidney Poitier, Spencer Tracy e Katherine Hepburn, compie mezzo secolo, ma è ancora attualissimo

Indovina chi viene a cena?

11.12.2017 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Il 12 dicembre 1967 uscì in USA Indovina chi viene a cena?, un classico del cinema americano anni '60 e un film importantissimo, per i temi trattati e per come scelse di trattarli. Perché non solo affronta l'idea di una coppia mista in un'epoca in cui i diritti civili degli afro-americani erano ancora un traguardo freschissimo, ma soprattutto perché lo fa con il linguaggio della commedia romantica. Nell'anniversario dei cinquant'anni del capolavoro diretto da Stanley Kramer, scopriamo dieci ragioni per rivederlo ancora oggi.

 
Sidney Poitier. Un grandissimo, qui nel suo ruolo più celebre insieme a quello dell'Ispettore Tibbs. Poitier aveva già vinto un Oscar per I gigli del campo quando girò Indovina chi viene a cena?, per il quale non ricevette nemmeno la nomination. Ma è indubbio che questo sia il ruolo per cui viene più spesso ricordato.
 
Spencer e Katharine. Una coppia di ferro quella composta da Spencer Tracy e Katharine Hepburn, partner nella vita (anche se in segreto per molto tempo) e nel film. Insieme girarono nove film e il loro amore è palpabile anche qui.

 
Due Oscar. Il film ricevette due statuette: migliore attrice protagonista (Katharine Hepburn) e migliore sceneggiatura originale (William Rose).
 
Vecchia e nuova Hollywood. Indovina chi viene a cena? è un film che affronta temi modernissimi ma lo fa con il piglio della classica Hollywood, un'opera armoniosa ed elegante che, non a caso, sdoganò presso il grande pubblico (composto in buona parte da bianchi) tematiche che, fino a quel momento, erano considerate di nicchia, poiché riguardavano gli afro-americani.

 
L'ultimo film di Spencer Tracy. L'attore morì appena diciassette giorni dopo la fine delle riprese. Era malato da tempo e un attacco cardiaco se lo portò via. Le sue condizioni di salute erano talmente deteriorate che Kramer dovette mettere la sua paga come garanzia per tranquillizzare Columbia Pictures, spaventata dalla possibilità che Tracy morisse durante la lavorazione. Come misura di sicurezza, era stata realizzata anche una sceneggiatura senza il personaggio di Tracy.
 
Da padre a figlio. Una delle battute più belle del film è pronunciata da Sidney Poitier che, parlando con suo padre (un postino in pensione), che gli ha appena detto come lui gli debba tutto quello che ha, dice: “Io non ti devo niente. Se con la borsa a tracolla tu avessi fatto un milione di miglia, avresti fatto quello che dovevi fare. Perché mi ci hai messo tu a questo mondo. E, da quel giorno, tu mi dovevi tutto ciò che potevi darmi, come io lo dovrò a mio figlio, se ne avrò uno”. Una fantastica lezione di vita.

 
L'America che cambia. Il film era stato fatto in un momento in cui i matrimoni interrazziali erano ancora illegali in diversi stati americani. Ma il 12 giugno 1967, la Corte Suprema stabilì – vagliando il caso Loving – che le leggi contro i matrimoni misti fossero incostituzionali. Era un'epoca in cui le cose in America cambiavano di mese in mese e, all'epoca dell'uscita, il film di Kramer era dunque già obsoleto sotto certi aspetti.
 
La morte di Martin Luther King. Il reverendo King fu assassinato a Memphis il 4 aprile 1968. Il film era ancora nelle sale e includeva una battuta in cui King veniva apertamente citato. Columbia mandò immediatamente istruzioni dettagliate ai cinema per tagliare quella battuta.

 
Il pianto di Katherine. È un piccolo dettaglio ma contiene un mondo: nel finale, quando Spencer Tracy pronuncia un sentito monologo sul vero amore, si può vedere Katherine Hepburn piangere sullo sfondo. Non è recitazione: l'attrice sapeva che a Tracy restava poco da vivere e fu genuinamente commossa dalle sue parole.
 
Un film ancora importante. Sono passati cinquant'anni, ma la lezione di Indovina chi viene a cena? non può essere dimenticata. Specialmente in quest'epoca travagliata in cui sembra che abbiamo già dimenticato i passi avanti fatti nel Ventesimo Secolo. Basterebbe questa ragione per renderlo una visione obbligatoria.