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I 30 anni di The Abyss, dietro le quinte del capolavoro dimenticato di James Cameron

Schiacciato tra Aliens e Terminator 2, The Abyss è un film spesso ignorato. Ingiustamente

The Abyss

31.07.2019 - Autore: Marco Triolo
Se c'è una ragione per cui The Abyss non è ancora stato distribuito in alta definizione, quella ragione è davvero imperscrutabile. Il quarto film di James Cameron, che compie trent'anni il 9 agosto, tende a essere eclissato dalle sue opere più note. E come potrebbe essere altrimenti, quando è schiacciato da un sandwich composto da Aliens e Terminator 2? Stiamo parlando di due dei più grandi action movie di fantascienza mai realizzati. Eppure anche The Abyss è un film eccezionale, e contiene molti elementi che avrebbero definito il cinema di Cameron da lì in avanti.
 
Uno su tutti: la passione per le storie ambientate nelle profondità oceaniche. Cameron l'avrebbe coltivata in maniera quasi maniacale da lì in poi. L'avrebbe sfiorata in Titanic e approfondita nel successivo documentario Ghosts of the Abyss, nel quale sarebbe andato a esplorare proprio il famoso relitto in compagnia di Bill Paxton, l'attore che interpretava il prologo di Titanic. L'avrebbe portata avanti in un altro documentario, Aliens of the Deep, e infine ne avrebbe fatto una questione ancora più personale, scendendo nella Fossa delle Marianne a bordo di un sommergibile avveniristico.

 
Tutto parte da The Abyss. Un film che nasce da un'idea coltivata da James Cameron sin da quando aveva diciassette anni. All'epoca, il futuro regista scrisse una storia incentrata su un gruppo di scienziati impegnati in una missione sottomarina. Quegli scienziati sarebbero poi diventati operai – gli anni '50 erano finiti e Alien aveva lasciato un bel segno – e The Abyss avrebbe preso forma per diventare un grosso progetto hollywoodiano.
 
Un progetto di una difficoltà inusuale, per il quale Cameron dovette ingaggiare specialisti per sviluppare tecnologie nuove, che permettessero di girare sott'acqua in sicurezza. Ecco un altro tratto distintivo del cinema di Cameron a venire: la ricerca tecnologica e la sperimentazione di nuovi modi di fare cinema. Non solo dovette far progettare e costruire equipaggiamento sperimentale e un sistema di comunicazione subacqueo all'avanguardia (anche per registrare i dialoghi in tempo reale). Ma si avvicinò per la prima volta alla computer graphic, facendo le prove generali per il successivo Terminator 2. Ma se quest'ultimo è sempre tenuto in considerazione, quando si parla di pietre miliari dei moderni effetti visivi, The Abyss viene troppo spesso ignorato. Eppure il tentacolo d'acqua intelligente, che si muove attraverso i set e imita i volti di Ed Harris e Mary Elizabeth Mastrantonio, fu per l'epoca una meraviglia visiva totalmente inedita.

 
Cameron girò in due enormi vasche – la più grande delle quali era profonda 18 metri e conteneva 28 mila metri cubi di acqua – ricavate da una centrale nucleare abbandonata in South Carolina, per 140 giorni, sforando di 4 milioni di dollari il budget preventivato. Gli attori quasi impazzirono per la difficoltà delle riprese e le richieste di un regista non certo facile. Harris e Mastrantonio non hanno mai più voluto parlare del film dopo la sua uscita. Oggi, probabilmente, il 90% delle riprese verrebbe effettuato con green screen ed effetti al computer ormai fotorealistici. Ma, nel 1989, questo era ancora impossibile. 
 
Perciò The Abyss rappresenta uno sforzo sovrumano realizzato alla vecchia maniera, pur se con mezzi all'avanguardia. Set pratici, costosissimi e costruiti con pazienza. Misure di sicurezza rigorose ma ideate giorno dopo giorno, ora dopo ora. Un problem solving costante, un processo di scoperta che, a volte, rallentava notevolmente la lavorazione quotidiana. “Non capitava mai che iniziassimo e finissimo una scena in un giorno solo”, ricorda Mastrantonio. Michael Biehn, attore feticcio di Cameron che qui interpreta il villain della situazione, ricorda che un giorno era dieci metri sott'acqua quando “improvvisamente ci fu un blackout. Era tutto così buio che non potevo vedere le mie mani. Non potevo tornare in superficie. Realizzai che forse non sarei uscito vivo da lì”. “Un giorno eravamo nei nostri camerini e la gente iniziò a scaraventare divani fuori dalle finestre e a sfondare i muri. Era necessario per sfogare la nostra frustrazione”, racconta Ed Harris.

 
Il risultato, comunque, fu un'altra grande pellicola in una filmografia impressionante. Un'opera capace di scatenare un trend, quello dei thriller sci-fi di ambientazione subacquea. Di alzare l'asticella di cosa si potesse realizzare con il mezzo cinematografico. E di recuperare quel sapore di mistero che nasce dalla scoperta di nicchie ancora inesplorate del nostro pianeta, in un'epoca in cui ormai non c'era già più niente da esplorare e la magia sembrava svanita.
 
Eppure, come abbiamo già detto, per eccessiva grandezza dei film che lo precedevano e lo avrebbero seguito, The Abyss non ebbe lo stesso impatto nella cultura popolare. Non fu nemmeno un grande successo: costato tra i 43 e i 47 milioni di dollari, ma c'è chi dice anche 70, ne incassò 90 nel mondo. Cosa che, a seconda delle stime, ne fa un successo appena sufficiente o un totale flop.

 
Oggi, The Abyss esiste solamente in formato DVD, contenente la versione cinematografica e quella estesa, con 28 minuti in più. I più fortunati possono vantarsi di possedere l'edizione in due dischi, con il documentario di 60 minuti sulla realizzazione del film. Ma non esiste ancora un'edizione Blu-Ray o 4K. Stando alle ultime notizie, questa è in dirittura d'arrivo, giusto in tempo per il trentesimo anniversario. Alla buon'ora.

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