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Discorsi da Oscar: i migliori acceptance speech della storia

Bizzarri, commossi e molti divertenti. Le parole di ringraziamento rivolte all’Academy e non solo

melissa leo

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26.02.2016 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
Il successo è una materia delicata. Perché la sua misura si quantifica in più fasi dalla partenza, allo sviluppo e all’arrivo. In tema di notte degli Oscar, questo concetto si declina nell’insidioso quanto fondamentale acceptance speech. Ovvero il discorso con il quale i premiati ringraziano giuria, parenti e compagni per il riconoscimento assegnatogli.

E nel corso della storia degli Academy ogni premiato ha interpretato il momento a modo proprio. Dal classico ringraziamento alla famiglia e alla consorte, allo sfruttamento delle luci della ribalta per dire qualcosa di socialmente rilevante, allo show nello show. Ecco quindi una rapida carrellata degli acceptance speech più storici e singolari. 

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La polemica sugli Indiani d’America. Quella icona che fu Marlon Brando ne fece una delle sue. E nel 1973, quando l'Academy assegnò all'attore l'Oscar come Miglior attore protagonista per Il padrino, l’attore decise di non ritirare il premio e mandare al suo posto un’attivista per la difesa dei diritti dei nativi americani. Che si espresse sulla scarsa e negativa rappresentazione dei nativi americani a Hollywood. 
 
Giuseppe Tornatore tagliato. Nel 1990 il regista siciliano riceve l’Oscar come Miglior film straniero per Cinema Paradiso. Sul palco arriva un regista giovanissimo e molto emozionato. Che nel discorso di ringraziamento prende per primo la parola il produttore Franco Cristaldi. Ma dopo le sue parole, la regia – che forse invertì il ruolo delle due figure – tagliò di netto il momento del regista facendo partire la sigla di chiusura del momento televisivo. E Tornatore rimase così afono.
 
Joe Pesci criptico. Nel 1991 l’attore vince il titolo di Miglior attore non protagonista in Good Fellas. Sale sul palco per ritirare la statuetta e farfuglia un unico e emozionato: ”Il privilegio è stato mio”. Davvero di classe. 

 
Jack Palance ginnico. Nel 1991 un Palance non più giovanissimo riceve l’Oscar per City Slickers. É euforico e mentre descrive il lavoro sul film interrompe il discorso per esibirsi in una serie di flessioni energiche. L’età insomma è uno stato mentale.
 
Martin Scorsese meglio tardi che mai. Nel 2007 Francis Ford Coppola, George Lucas e Steven Spielberg consegnano l’Oscar per la Miglior regia a Martin Scorsese, regista di The Departed. É la prima volta per il regista americano che guadagna così una standing ovation. Nel suo discorso tanti grazie e uno speciale in particolare ai tre ‘old friends’ che lo hanno introdotto. 
 
Melissa Leo e una parolaccia di troppo. L’attrice nel 2011 vince l’Oscar come Miglior attrice non protagonista per The Fighter. É incredula al momento del premio. E le scappa una parolaccia quando nel corso di tanti ‘oh’ fa un riferimento a quanto sia più facile visto dalla platea fare un discorso di questo tipo. Però evviva la spontaneità.