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BRANCALEONE ALLE CROCIATE
BRANCALEONE ALLE CROCIATE
02.07.2001 - Autore: Francesca Camerino/Fabrizio Marchetti
Age, Scarpelli e Monicelli poco oltre la metà degli anni Sessanta decisero di raccontare, divertendosi, un film di genere goliardico narrando una storia di pellegrini medievali che diventerà modello dellimmaginario collettivo. Era un periodo in cui facilmente il cinema veniva collegato alla letteratura dei secoli passati sia la più nota che la meno nota e celebrata: Boccaccio, , Ariosto, Tasso e Cervantes, ma anche Rabelais, Pulci, Ruzante. Qui vengono mescolati i due generi di fonti. Nacquero così Larmata Brancaleone del 1966 e nel 1970 Brancaleone alle crociate, che non aggiunge nulla e ripropone nei minimi particolari la formula del precedente, per la regia di Mario Monicelli.
Il viaggio di questo strano soldato di ventura, interpretato da un grandioso e irrefrenabile Vittorio Gassman, è un tragitto lungo tutti gli stereotipi di un periodo oscuro durato un migliaio di anni, fra briganti, vergini, feudi da ereditare, lebbrosi e nobili da operetta, superstizione e impeti di misticismo, la creazione di un improbabile \"volgare\", lingua maccheronica inventata per loccasione, misto di italiano, latino imbastardito, dialetto ciociaro e altro che ogni tanto si permette raffinatezze filologiche di tutto rispetto. Brancaleone è un personaggio dotato di una certa grandezza e goffa nobiltà donchisciottesca, caratteristiche che vengono ampliate e esaltate proprio in questo secondo capitolo della saga, Brancaleone alle crociate, che è anche uno dei pochissimi sequel all\'altezza dell\'originale.
Indimenticabile il famosissimo ritornello «branca, branca, branca... leon, leon, leon» con fischio e botto conclusivo come colonna sonora.