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Aspettando The Hateful Eight: le 10 migliori battute del cinema di Tarantino

Da Le iene a Django Unchained, dieci battute scritte da Quentin Tarantino e passate alla storia del cinema e della cultura popolare

Pulp Fiction

20.01.2016 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
C'è stato un momento in cui chi non sapeva a memoria le battute di Pulp Fiction era tagliato fuori da molte conversazioni. A metà anni '90, il cinema di Quentin Tarantino atterrò come un'onda anomala, spazzando via la concorrenza e imponendosi come un nuovo standard. Poi, quella sua scrittura logorroica e citazionista sarebbe stata a sua volta citata e rubata da molti autori, ma nessuno avrebbe mai raggiunto la chiarezza e l'immediatezza della sua prosa. Oggi i dialoghi di Tarantino restano ottimi, anche se non sembrano più così dirompenti – ma solo perché ci siamo abituati alla loro presenza. Mentre aspettiamo il contributo di The Hateful Eight al curriculum di Tarantino, ripassiamo quelle che secondo noi sono le dieci migliori battute del suo cinema.

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10. “Signori, avevate la mia curiosità, ma ora avete la mia attenzione”. Leonardo DiCaprio lascia il segno nella filmografia di Tarantino con il personaggio di Calvin Candie, il razzista avversario dell'eroe in Django Unchained. Il suo bambinone viziato, dall'apparenza bonaria ma in realtà feroce e spietato con i suoi schiavi, avrebbe meritato una nomination all'Oscar che però non arrivò.

 
9. “La D è muta”. Ancora da Django Unchained uno dei tormentoni del film, una battuta che si è fatta strada nella cultura pop e ora è citatissima. Jamie Foxx la pronuncia per la prima volta presentandosi a Franco Nero, il primo Django.

 
8. “Ve lo dico io di cosa parla Like a Virgin. Parla di una ragazza che rimorchia uno con una fava così! Tutta la canzone è una metafora sulla fava grossa”. Leggendaria l'apertura de Le Iene con il lungo dialogo su Madonna (in cui rientra anche la battuta di Mr. White, “Se mi spari solo in sogno è meglio che ti svegli e mi chiedi scusa”). Piccola nota: Madonna non la pensa così e molto tempo dopo regalò al regista una copia di Erotica con la dedica “A Quentin – parla di amore, non di fave”.

 
7. “Quando sarete al mio comando avrete un debito, un debito con me personalmente. Ogni uomo sotto il mio comando mi dovrà cento scalpi di nazisti, e io li voglio i miei scalpi! E ciascuno di voi mi darà cento scalpi nazisti strappati dalla testa di cento nazisti morti. O ci resterà secco nel farlo”. Aldo Raine (Brad Pitt) sa certamente come motivare i suoi uomini nel monologo che ci presenta la squadra dei Bastardi senza gloria. Da vedere in originale per apprezzare l'accento southern di Brad Pitt.
 


6. “La fuori c'è un branco di vampiri del cazzo che vogliono entrare qui per succhiarci un bel po' di sangue, e questo è tutto. Chiaro e semplice. E non voglio sentir dire da nessuno: 'Ma io non ci credo ai vampiri del cazzo!', perché io non ho mai creduto ai vampiri del cazzo, ma credo a quello che vedono i miei occhi e quello che ho visto erano dei vampiri del cazzo”. Geniale sparata di Seth Gecko (George Clooney) nel momento clou di Dal tramonto all'alba, horror scritto da Tarantino e diretto da Robert Rodriguez. Talmente tarantiniano che molti pensano sia diretto da Tarantino stesso, che in effetti inizialmente avrebbe dovuto dirigerlo.

 
5. “E adesso... ora ti dico adesso cosa: chiamerò qualche scagnozzo strafatto di crack per fare un lavoretto in questo cesso, con un paio di pinze e una buona saldatrice. Hai sentito quello che ho detto, pezzo di merda? Con te non ho finito neanche per il cazzo! Ho una cura medievale per il tuo culo!”. Parola di Marsellus Wallace (Ving Rhames), dopo che Butch (Bruce Willis) gli ha salvato la vita in una delle scene più “pulp” di Pulp Fiction.

 
4. “Attendez la crème”. Hans Landa è il personaggio più riuscito di Bastardi senza gloria e molto lo si deve anche alla performance di Christoph Waltz, sempre a cavallo tra ribrezzo e simpatia. Questa battuta, brevissima, contiene in realtà tutto il personaggio: Landa la dice a Shosanna Dreyfuss (Melanie Laurent) dopo averla chiaramente riconosciuta durante un pranzo al tavolo di Joseph Goebbels. Il suo sorriso sardonico, lo sguardo penetrante e l'atteggiamento arrogante di chi è sempre cinque passi avanti a tutti si sposano con la facciata da gentiluomo che trae tutti in inganno.

 
3. “Sai come chiamano un Quarto di libbra con formaggio a Parigi? Royale con formaggio”. Raggiungiamo il podio ed entriamo nel mito. Una banalissima discussione sul sistema metrico decimale e i McDonald's di Amsterdam (dove si può comprare la birra!) tra Vincent (John Travolta) e Jules (Samuel L. Jackson) è diventata patrimonio dell'umanità, imparata a memoria da generazioni di spettatori. Ovviamente da Pulp Fitcion.

 
2. “L'elemento fondamentale della filosofia dei supereroi è che abbiamo un supereroe e il suo alter-ego: Batman è di fatto Bruce Wayne, l'Uomo Ragno è di fatto Peter Parker. Quando quel personaggio si sveglia al mattino è Peter Parker, deve mettersi un costume per diventare l'Uomo Ragno. Ed è questa caratteristica che fa di Superman l'unico nel suo genere: Superman non diventa Superman, Superman è nato Superman; quando Superman si sveglia al mattino è Superman, il suo alter-ego è Clark Kent. Quella tuta con la grande "S" rossa è la coperta che lo avvolgeva da bambino quando i Kent lo trovarono, sono quelli i suoi vestiti; quello che indossa come Kent, gli occhiali, l'abito da lavoro, quello è il suo costume, è il costume che Superman indossa per mimetizzarsi tra noi. Clark Kent è il modo in cui Superman ci vede. E quali sono le caratteristiche di Clark Kent? È debole, non crede in se stesso ed è un vigliacco. Clark Kent rappresenta la critica di Superman alla razza umana”. Il lungo discorso di Bill (David Carradine) quando finalmente incontra la sua amata/odiata Beatrix (Uma Thurman) al termine di Kill Bill vol. 2 riassume alla perfezione e con grande semplicità la mitologia del supereroe americano, tanto che spesso è citata anche per spiegare i supereroi a chi non legge fumetti.

 
1. “Ezechiele 25.17: Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre; perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare ed infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te”. Probabilmente il dialogo più famoso non solo di Pulp Fiction, ma di tutto il cinema degli anni '90. In realtà, del passo originale della Bibbia c'è ben poco: Tarantino lo mescolò con un dialogo tratto da Karate Kiba, film interpretato dal futuro interprete di Kill Bill Sonny Chiba.

In uscita il 4 febbraio, The Hateful Eight è distribuito in Italia da 01 Distribution.