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Famiglia all'improvviso – Istruzioni non incluse
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Samuel vive la sua vita nel Sud della Francia senza responsabilità e senza legami importanti fino a quando una delle sue vecchie fiamme gli lascia tra le braccia una bambina di pochi mesi, Gloria: sua figlia! Inizialmente incapace di prendersene cura, Samuel impara giorno dopo giorno ad essere un buon padre. Otto anni dopo, quando Samuel e la piccola Gloria sono ormai inseparabili e felici, una sorpresa inaspettata cambierà le loro vite.
VALUTAZIONE FILM.IT
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TITOLO ORIGINALE
Demain tout commence
GENERE
NAZIONE
Francia
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Lucky Red
DURATA
118 min.
USCITA CINEMA
20/04/2017
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2017
di Mattia Pasquini
Sicuramente non Oltralpe, dove il panorama produttivo cinematografico è tanto ampio da rendere meno scontate certe identificazioni e stereotipizzazioni, ma da noi leggere il nome di Omar Sy - almeno per il grande pubblico - non può non rimandare al Quasi amici del 2011 che lo lanciò. Esplicitato sin dalla promozione ufficiale e che ne fece una maschera moderna di certa commedia francese, buonista e fintamente scorretta, edificante e fisica, che oggi si ripropone nel Famiglia all'improvviso - Istruzioni non incluse (Demain tout commence) di Hugo Gélin.
Un film nel quale si trovano tutti gli stilemi del genere, che per quanto ben orchestrati - e messi in scena con un cast di comprimari perfetti e a tratti irresistibili (su tutti l'Antoine Bertrand che interpreta il determinato e affettuoso gay Bernie, un gradino sopra la piccola Gloria Colston) - non producono un risultato particolarmente originale, né svincolato dall'obbligo di far risaltare sentimentalismi, elementi melodrammatici, leziosità varie e facili compassioni…
[UNA CLIP ESCLUSIVA DELLA TENERA COMMEDIA CAMPIONE DI INCASSI]
Trovate e momenti divertenti si alternano a 'lentezze' degne di certi telefilm, di poco costrutto o realismo. Una debolezza generale, che appare congenita, e che relega il film nella categoria dell'intrattenimento più leggero (nonostante la conclusione strappalacrime) si autodenuncia sin dalla scelta - evidente nella traduzione del titolo originale - di sottolineare l'ambito familiare (e con esso l'odissea del ragazzo padre emigrato, scapestrato ma di buon cuore e dal sorriso irresistibile) piuttosto che quello filosofico ed esistenziale di questo remake di un quasi omonimo film messicano.
Un piccolo autogol, un rischio calcolato, che sicuramente darà comunque i suoi frutti - soprattutto al botteghino - e senza ulteriori drammi. Come nell'allegorico salto (o 'salti') nel vuoto che vediamo affrontare sullo schermo ai nostri protagonisti. Nella speranza che il grande pubblico sappia e voglia andare oltre la 'finzione scenica' o il pedagogismo più favolistico e didascalico.