Come ammazzare il capo 2

Come ammazzare il capo 2

Stufi di dover sempre rispondere agli ordini dei piani alti, Nick, Dale e Kurt, decidono di mettersi in proprio e diventare i capi di loro stessi. Ma un cinico investitore manderÀ da subito all’aria i loro piani. Senza futuro, disperati e senza alcun possibile ricorso legale, i tre aspiranti imprenditori mettono in atto un piano maldestro: rapire il figlio maggiore dell’investitore e chiedere come riscatto, di riprendere il controllo della loro azienda.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Horrible Bosses 2
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Warner Bros
DURATA
108 min.
USCITA CINEMA
08/01/2015
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2015
l precedente Come ammazzare il capo e vivere felici aveva raccolto oltre duecento milioni di dollari complessivi a fronte di un budget di soli 35, nessuna sorpresa che il team di produttori si sia ampliato e abbia voluto puntare su il piu' classico dei sequel. D'altronde i personaggi da sfruttare si erano dimostrati tutt'altro che esauriti e il successo del primo film consentiva un'onda lunga da declinare nella maniera piu' classica.

Forse troppo, visto che pur con l'inserimento di new entry importanti - Christoph Waltz e Chris Pine - questo Come ammazzare il capo 2 sembra avviarsi verso un buon successo di pubblico (e l'aver contenuto ancora una volta il budget sui 42 milioni si sta gia' dimostrando l'arma vincente, con oltre cento milioni raccolti ai botteghini di tutto il mondo), ma non tanto di critica.

I boss cattivi non sono morti, ottima scusa per continuare a riderne, anche se i cameo (ma sono decisamente piu' di questo) di Kevin Spacey e Jennifer Aniston sono tra le cose migliori del film, piu' del sostegno di Jamie Foxx, pur piu' presente sullo schermo e nello sviluppo narrativo. Complessivamente pero', per quanto le gag restino divertenti e le interazioni tra i tre protagonisti continuino a funzionare, le scene si susseguono in maniera prevedibile e molto caricata.

Jason Bateman e' sempre lui (e non e' poco), ma i duetti tra Jason Sudeikis e Charlie Day finiscono con l'essere troppo insistiti e i loro personaggi appiattiti su una demenzialita' (a tratti memore della lezione di Hot Shots e Top Secret) che strappa risate ma sul lungo smette di sorprendere. In questo senso, e' un bene che la gag della doccia arrivi poco dopo i titoli di testa e restano dubbi sulla capacita' di penetrazione dell'imbarazzante riferimento alla N-Word nel pubblico italiano.

Ma la 'sconfitta' raccontata dal film, il fracasso del Sogno Americano, non emergono completamente. E probabilmente e' meglio cosi', anche se la volonta' o la necessita' di prendere in mano la propria vita finiscono per essere il motore di una macchina da corsa che non va lontano, buona piu' per raccogliere sponsor che per offrire una riflessione tra le risate.

Mattia Pasquini