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Homecoming, Julia Roberts presenta la sua prima serie TV in 30 anni di carriera

"L'ho sempre considerata come un film" afferma l'attrice protagonista dello show disponibile dal 2 novembre su Amazon Prime Video

31.10.2018 - Autore: Pierpaolo Festa
Julia Roberts non ci dirà mai che Homecoming, in arrivo dal 2 novembre su Amazon Prime Video, è una serie TV. Questo nonostante lo show sia composto da dieci episodi di trenta minuti ciascuno e sia una delle punte di diamante del catalogo Amazon di fine 2018, sul podio insieme a Jack Ryan e The Romanoff. La Roberts evita di usare quel termine, sebbene si tratti a tutti gli effetti della sua prima serie TV da protagonista: “Abbiamo realizzato Homecoming come se fosse un film. Ha l’aspetto di un film, e mentre giravamo sembrava un film. – racconta l’attrice quando Film.it la incontra a Londra -  E poi abbiamo un unico regista per tutti gli episodi. E questo fa la differenza”. 

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L’unico regista a cui la star si riferisce è Sam Esmail, già creatore della serie cult Mr. Robot. Homecoming è ambientata su due piani temporali: in uno seguiamo la Roberts al lavoro all’interno dell’Homecoming Transitional Supportive Center, istituto che accoglie i soldati tornati dal fronte e li aiuta a inserirsi nuovamente nella vita di tutti i giorni. Vediamo la protagonista durante le sedute con ex combattenti spesso affetti da sindrome da stress post-traumatico. Allo stesso tempo saltiamo quattro anni nel futuro e la ritroviamo nella sua città natale, retrocessa socialmente: improvvisamente eccola tornata a vivere insieme alla madre e lavorare come cameriera. La domanda è: che cosa è accaduto realmente quattro anni prima?
 
La Roberts (51 anni compiuti il 28 ottobre) schiva gli spoiler, ma parla di questa nuova fase della sua carriera: lei lanciata alla fine degli anni Ottanta, consacrata a star con Pretty Woman e rilanciata con l’Oscar vinto per Erin Brockovich nel 2001. 

I più grandi attori, anche quelli che non avevano mai fatto TV prima, stanno tutti cercando un progetto televisivo cucito su misura per loro. Sean Penn ha interpretato The First, Kevin Costner è il protagonista di Yellowstone. Cosa sta succedendo esattamente a Hollywood?
Posso parlare per me: non ero alla ricerca di una serie TV, cercavo invece – come sempre ho fatto - una buona sceneggiatura. Il fatto che questa storia fosse divisa in più capitoli e trasmessa in TV era secondario. Anche lavorarci non è stato diverso dal modo a cui sono abituata. Ho lavorato da tre ai sei mesi sui set nella prima parte della mia carriera, ma oggi al cinema è tutto più veloce. Questo progetto invece mi ha dato l’occasione di prepararmi come facevo una volta.  

 
E questo nonostante una sceneggiatura grande dieci volte quella di un film? 
In effetti devo ammettere che la prima volta che ho visto il copione, quando me lo hanno mostrato e ho notato che era gigantesco, mi sono preoccupata. Per il resto era proprio come se girassimo un film, tranne il fatto che la gente viveva nel terrore dagli spoiler e che ogni tanto serviva che qualcuno mi ricordasse a che punto della storia fossimo arrivati!
 
Lei è stata anche un’icona della commedia romantica, mi chiedo se in passato le abbiano già proposto ruoli per il piccolo schermo. Magari non in un thriller… 
E’ buffo, ultimamente scherzo dicendo che Homecoming è una versione de Il matrimonio del mio migliore amico ambientata vent’anni dopo. Il nostro regista ama quel film più di tutti tra quelli che ho fatto: quando si cercava un attore per il ruolo del mio fidanzato, lo ha dato subito a Dermot Mulroney che ha interpretato il mio migliore amico in quella commedia. Ecco, a volte ho immaginato che si trattasse di un nuovo incontro tra quei due personaggi.
 
Homecoming è tratto da un podcast originale. Cosa le piaceva di questa storia e di questo personaggio? 
Catherine Keener interpreta il mio personaggio nel podcast. Io la adoro, ho cercato di imitarla e se avessi potuto avrei rubato tutto dalla sua performance. Ma l’idea per questa serie era arricchire il materiale originale: non si tratta di un rifacimento che copia alla lettera la fonte, la nostra è una nuova interpretazione. Questa donna che interpreto mi piace perché ha le migliori intenzioni. Potrei dirvi che è perfetta, ma non posso rivelarvi altro. Le sue intenzioni però sono sincere.

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A breve la vedremo sugli schermi anche nel dramma Ben Is Back dove interpreta una madre alle prese con la dipendenza del figlio. Si tratta del ruolo di una donna costretta a essere forte. Cosa le piace di queste ultime donne che ha interpretato? 
Io adoro il mio lavoro. Perché mi dà l’opportunità di esplorare personalità totalmente diverse dalla mia. E’ la cosa bella di questo mestiere, trovare informazioni su altre persone, capire come vivono, come funzionano i loro processi mentali, come si preoccupano e affrontano gli ostacoli. Mi fa sentire una persona creativa, perché assimilare queste informazioni completa la mia vita, la mia umanità, e il modo in cui affronto le cose. E’ una cosa un po’ più complessa rispetto a una normale esperienza lavorativa, e mi sono sentita veramente fortunata quando ho interpretato questi due ruoli.
 
Nella vita Julia Roberts è una consumatrice assidua di serie TV?
Mi piacerebbe, ma non sono brava. Anzi sono pessima a cogliere l’attimo e vedere la roba più interessante del momento. Guardo Fleabag, la mia serie preferita. Per me è una novità, ma in realtà è già in onda da due anni! 

I dieci episodi di Homecoming saranno disponibili  in versione originale sottotitolata su Amazon Prime Video dal 2 novembre
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