
Grande cinema, dieci scene che hanno richiesto troppi ciak

La battaglia del Fosso di Helm - Le due torri (2002)
Girare una scena complessa richiede un enorme sforzo, ma a volte anche una scena molto semplice può presentare problemi imprevisti. La storia del cinema è piena di film che hanno richiesto lavorazioni eccessive, ma anche in opere dalla lavorazione relativamente standard ci sono sequenze che hanno domandato fin troppi ciak. Ecco dieci casi.
Partiamo dalla battaglia del Fosso di Helm ne Il signore degli anelli - Le due torri. Una delle sequenze di battaglia più spettacolari mai filmate, lo scontro finale de Le due torri ha richiesto tre mesi di riprese (non ininterrotte, sia chiaro!) in condizioni avverse, tra piogge vere e simulate. Il risultato è una sequenza di 40 minuti che vale da sola il prezzo del biglietto.
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L'incontro con la fioraia - Luci della città (1931)
Charlie Chaplin pensava che Luci della città sarebbe stato il suo ultimo film muto (in realtà quello sarebbe stato il successivo Tempi moderni), e così era determinato a girare un capolavoro. Risultato: per girare una scena in cui la fioraia cieca Virginia Cherrill lo incontra e lo scambia per un milionario, chiese 342 ciak, di fatto "provando" la scena mentre la girava. Non potendo infatti vedersi mentre recitava, usò i giornalieri per determinare cosa cambiare della sua performance. E, in un'epoca in cui ancora i monitor per rivedere il girato sul set non erano stati inventati, il processo fu davvero lungo...

La processione dei monaci - Fantasia (1940)
La sequenza finale del capolavoro Disney Fantasia combina Una notte sul Monte Calvo di Musorgskij e l’Ave Maria di Schubert e include, tra le altre cose, una lunga processione di monaci che attraversano, con le torce accese, una foresta. Per girare questa scena, gli animatori Disney crearono un fondale lungo quanto un teatro di posa. Dopo aver girato la sequenza la prima volta, si accorsero con orrore di aver montato la lente sbagliata. Il secondo tentativo fu sabotato da un terremoto. Le riprese vennero inoltre bloccate svariate volte per consentire a Walt Disney di tenere la sua partita di badminton settimanale proprio in quel teatro di posa. Alla fine, la sequenza fu consegnata appena in tempo per essere trasportata a New York, poche ore prima della première del film.

Quei maledetti barili - Lo squalo (1975)
La lavorazione de Lo squalo, si sa, fu una delle più problematiche della storia del cinema, per via dell'ostinazione di Steven Spielberg nel girare sul vero oceano: l'acqua salata causò il malfunzionamento dello squalo animatronico creato per il film, spingendo il regista a trovare soluzioni alternative per girare. Ma ci fu una scena in particolare che per poco non ebbe conseguenze gravissime: quella dei barili di galleggiamento con cui, a un certo punto, viene arpionato lo squalo. Questi barili erano in realtà collegati allo scafo dell'Orca con un sistema di carrucole, ma i tecnici degli effetti speciali non si erano accorti che le assi dell'imbarcazione non erano abbastanza forti da sostenere uno strattone improvviso. Che aprì letteralmente un buco nello scafo, costringendo la troupe a una corsa contro il tempo per salvare gli attori e il materiale girato.

Henry varca la porta - Eraserhead - La mente che cancella (1977)
Per girare Eraserhead, David Lynch dovette metterci soldi propri una volta esaurita la borsa di studio offerta dall'American Film Institute. La lavorazione fu estremamente lunga, perché Lynch fu costretto a girare a intermittenza quando raccoglieva abbastanza denaro. Per questo, una semplicissima scena in cui Henry Spencer (Jack Nance) attraversa la porta del suo appartamento per uscire nell'atrio fu girata in due ciak a distanza di un anno intero.

La battaglia - I cancelli del cielo (1980)
I cancelli del cielo di Michael Cimino è noto per aver affossato la United Artists e causato la fine dell'era detta "New Hollywood". Un disastro senza precedenti al botteghino, il film costò 44 milioni di dollari (quattro volte il budget originale) e ne incassò tre. Un esempio perfetto del perfezionismo folle con cui Cimino girò il film è la battaglia centrale di questa lunga epopea. Cimino pretese di girarla in un campo distante tre ore dai set e questo costrinse la produzione a trasportare ogni giorno cast e troupe sul luogo per mezzo di navette, nel corso di un mese. Fu inoltre costruito un impianto di irrigazione speciale, per mantenere l'erba verde. E si dice che Cimino facesse passare parecchio tempo tra un ciak e l'altro per attendere le nuvole giuste. Il risultato è straordinario, ma lo ottenne a scapito della sua carriera.

Un dialogo da Guinness - Shining (1980)
Stanley Kubrick era noto per essere un perfezionista maniacale e per aver stressato la povera Shelley Duvall sul set di Shining fino a farla crollare per l'esaurimento nervoso. Ciò è perfettamente esemplificato da una scena di dialogo finita nel Guinness dei Primati per il numero esagerato di ciak richiesti: 127, solo per far scontrare verbalmente Wendy e il marito Jack (Nicholson).
L'esplorazione degli abissi - Titanic (1997)
Le riprese di Titanic furono piuttosto difficili: la sfida produttiva unita al perfezionismo di James Cameron fecero lievitare i costi e i tempi di lavorazione, anche se poi la scommessa pagò ampiamente. Ma le sequenze in assoluto più lunghe da girare non furono quelle della ricostruzione, bensì quelle girate da Cameron nel corso di una dozzina di immersioni sui fondali oceanici per riprendere la carcassa del Titanic, a più di tre chilometri dalla superficie. Parte di quel girato è stato usato nel prologo del film.

Il senso di ragno pizzica - Spider-Man (2002)
Per girare la scena di Spider-Man ambientata nella mensa della scuola, quella in cui Peter Parker (Tobey Maguire) manifesta la sua super-agilità nell'afferrare contemporaneamente Mary Jane (Kirsten Dunst), il suo vassoio e tutto ciò che conteneva prima di volare in aria, Sam Raimi utilizzò trucchi pratici anziché digitali. La difficoltà nel mirare con precisione la caduta degli oggetti sul vassoio richiese 156 ciak al povero Tobey Maguire, nel corso di una giornata lavorativa di 16 ore.

Lo scontro nel corridoio - Oldboy (2003)
La più famosa scena di Oldboy, e del cinema orientale del primo decennio 2000, è quella che vede Oh Dae-su (Choi Min-sik) affrontare un esercito di "goons" lungo un corridoio, armato solo di un martello. Un pianosequenza magistrale, che Park Chan-wook ha girato diciassette volte nell'arco di tre giorni prima di ottenere una versione accettabile.