
Gli attori che hanno fatto molti provini per il ruolo che li ha lanciati

Gli attori e i provini per il ruolo di una carriera - Samuel L. Jackson in Pulp Fiction
Ci sono ruoli che cambiano la vita e la carriera di un attore, trasformandolo in una star. Ma non sempre arrivano facilmente: più spesso uno se li deve sudare. Ecco dieci casi eclatanti...
Cominciamo da Samuel L. Jackson in Pulp Fiction. Il suo monologo ("Ezechiele, 25:17...") è entrato di peso nella cultura popolare, e la sua carriera ringrazia ancora oggi. Quentin Tarantino e Roger Avary avevano scritto il ruolo esplicitamente per lui, al punto che, quando Jackson si presentò a quello che era stato definito "più una lettura del copione che un provino", non fece una grande impressione. Subito dopo, l'attore portoricano Paul Calderon entrò e stese Tarantino con un provino da brivido. Fu grazie al produttore Harvey Weinstein che Tarantino si convinse a dare una seconda chance a Jackson. E il resto è storia, per fortuna.
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Michael Biehn in Terminator
Dovreste aver vissuto sulla Luna per trent'anni per non sapere che, inizialmente, James Cameron voleva Schwarzenegger nel ruolo di Kyle Reese, il combattente del futuro che viene mandato indietro nel tempo per proteggere Sarah Connor dal Terminator. Cameron poi riconsiderò la cosa e diede, giustamente, il ruolo del cyborg a Schwarzy. Nella parte di Kyle Reese scelse il poco noto Michael Biehn, che per poco non perse la parte a causa di un accento sudista che aveva studiato per una rappresentazione teatrale de La gatta sul tetto che scotta. Prima del provino, Biehn aveva passato la giornata a studiare l'accento e non riuscì a toglierselo di dosso. Fortunatamente Cameron gli diede una seconda chance, che Biehn non si fece scappare.

L'intero cast di Mortal Kombat
Robin Shou e Bridgette Wilson-Sampras, due degli attori principali di Mortal Kombat, il bislacco ma divertente adattamento del famoso videogioco diretto a metà anni '90 da Paul W.S. Anderson, ricordano che il processo di casting fu quantomai inusuale. Entrambi fecero ben sette provini, davanti a regista, produttori, direttore del casting, eccetera. "Il mio amico agente non aveva mai sentito di attori che avessero dovuto fare sette audizioni". Evidentemente, la produzione aveva preso il film molto seriamente... peccato che quell'impegno non si sia davvero tradotto sullo schermo.

Joel Kinnaman in Robocop
Joel Kinnaman dovette volare tre volte da Vancouver, dove era impegnato sul set della serie The Killing, a Los Angeles per ottenere il ruolo del poliziotto Alex Murphy, protagonista del remake di RoboCop diretto da José Padilha. Alla fine ottenne la parte, ma il film fu un flop quando avrebbe potuto segnare la svolta nella sua carriera. Tanta fatica per così poco...

Steve Buscemi in Crocevia della morte
Fu grazie a Crocevia della morte che Steve Buscemi entrò nella famiglia dei fratelli Coen. Per quel ruolo, anche se molto piccolo, l'attore fu costretto a fare due provini. Ma ne valse la pena, perché i Coen si innamorarono di lui e da quel momento lo avrebbero scritturato in molti altri film, tra cui Fargo e Il grande Lebowski.

Warwick Davis in Willow
Fu George Lucas in persona a volere Warwick Davis in Willow. Dopo aver scritturato il giovane attore nel ruolo dell'Ewok Wicket ne Il ritorno dello Jedi, Lucas capì che sarebbe stato perfetto per il progetto fantasy che stava considerando da un po'. Nonostante ciò, il regista di Willow Ron Howard lo fece tornare diverse volte per svariati provini. "Voleva assicurarsi che fossi davvero la persona giusta - ha dichiarato Davis anni dopo - E' bello aver vinto il ruolo invece di aver ricevuto su un piatto d'argento, anche se avere l'appoggio di George Lucas ovviamente aiuta".

Ray Liotta in Quei bravi ragazzi
Martin Scorsese avrebbe offerto il ruolo di Henry Hill a Ray Liotta immediatamente, se fosse stato per lui. Ma i produttori si misero di mezzo e costrinsero Liotta a fare provini su provini nel corso di un anno: per loro, non era un nome sufficientemente famoso per essere protagonista di Quei bravi ragazzi. Ma alla fine Scorsese e Liotta li convinsero.

Ed Harris in Uomini veri
Il ruolo dell'astronauta John Glenn, il primo americano ad orbitare intorno alla Terra, nell'avvincente Uomini veri di Philip Kaufman fu fondamentale per la carriera di Ed Harris, fino a quel momento un attore di belle speranze ma poca fortuna. Harris ammette di aver sbagliato tutto nel corso del primo provino, per colpa dell'agitazione. Kaufman lo richiamò una seconda volta, davanti a una telecamera. L'attore sostiene che il secondo provino andò leggermente meglio, ma Kaufman ricorda invece che Harris diede un pugno al muro uscendo dalla stanza. Comunque sia andata, la parte fu sua.

John Boyega - Star Wars: Il risveglio della Forza
Il talentuoso attore inglese John Boyega è diventato una star internazionale grazie al ruolo di Finn in Star Wars: Il risveglio della Forza. Ma se pensate che sia stato facile ottenerlo, ripensateci: Boyega racconta che i provini furono più che altro una sorta di talent show senza la diretta TV, sette mesi puntellati da diversi "round" durante i quali l'attore fu spinto a dare il meglio. Ma alla fine la fatica ha pagato.

Tom Holland in Captain America: Civil War
Otto provini. Marvel e Sony non ci sono andate leggere con il povero Tom Holland, che ha dovuto lottare con le unghie e i denti per strappare il ruolo al rivale Asa Butterfield, nonostante la sua abilità di atleta fosse già comprovata. Alla fine, Holland dovette confrontarsi con Chris Evans, nella prova generale del loro duello in Captain America: Civil War. L'attore chiese ai produttori se volevano che facesse un salto mortale all'indietro. "Sai farlo?". "Ma certo, sono settimane che vi mando video!". Evidentemente non li avevano visti.