
Dieci potenziali franchise che sono morti sul nascere

Il Dark Universe e le saghe stroncate sul nascere
Oggigiorno, se riesce a lanciare una saga di successo, è fatta. Esperimenti come il Marvel Universe dimostrano che la gente ti seguirà con grande fedeltà se saprai intercettare il gusto corrente e tradurlo in un franchise seriale. Conterai i soldi per molti anni a venire. Non stupisce dunque che molti studios stiano tentando proprio questa carta, ma non sempre le ciambelle riescono col buco. A volte il buco lo si fa nell'acqua...
Ad esempio nel caso del recente Dark Universe, con cui la Universal avrebbe dovuto riformattare i propri mostri classici, trasformandoli in supereroi ante litteram e fondendoli in un universo condiviso. Lo studio ci ha provato due volte, prima con Dracula Untold (con tanto di scena post-titoli alla Marvel) e poi con La Mummia interpretata da Tom Cruise (con dentro Russell Crowe nei panni del Dottor Jekyll). Niente da fare: 80 milioni di dollari incassati in patria a partire da 125 non sono stati sufficienti per spingere Universal a proseguire. E sì che di piani ne aveva già fatti, scritturando gente come Johnny Depp e Javier Bardem...
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Warcraft: L'inizio (2016)
Il Warcraft di Duncan Jones avrebbe dovuto, secondo Legendary Entertainment e Universal (ancora), lanciare una saga ambientata nel mondo dei famosi videogame. In Italia il film era addirittura uscito con l'ottimista sottotitolo "L'inizio". Anche qui, però, è bastato il flop in patria (dove Warcraft ha incassato 47 milioni di dollari) per chiudere i discorsi. All'estero il film è invece andato bene, avendo incassato 386 milioni.

Lanterna Verde (2011)
Ecco un altro tentativo di lanciare un franchise stile Marvel. La rivale DC ci ha riprovato, con maggiore successo, due anni dopo con L'uomo d'acciaio, che per lo meno ha effettivamente aperto una saga (anche se altalenante in qualità). Ma il primo tentativo fu il Lanterna Verde interpretato da Ryan Reynolds, attore che avrebbe avuto molta più fortuna con Deadpool. Qui la ricerca di marketing per assomigliare in tutto e per tutto ai film Marvel - tono leggero, umorismo, scene post-titoli - è evidente in ogni singolo fotogramma, ma non pagò. Forse perché il film era brutto?

John Carter (2012)
Un flop clamoroso quello di John Carter, il film di Andrew Stanton che adattava il primo di una serie di romanzi di Edgar Rice Burroughs, il creatore di Tarzan. Disney investì troppi soldi per questo fantasy/sci-fi d'altri tempi, un omaggio alla narrativa pulp dei primi del Novecento riuscitissimo, divertente e appassionante. Ma poi lo studio se la fece sotto, tirando il freno a mano nella campagna pubblicitaria (il fatto che nel titolo manchi "of Mars" indica quanto Disney fosse spaventata dai toni naif del film). Risultato: 250 milioni spesi, 284 incassati in tutto il mondo. Abbastanza per coprire le spese? Neanche per sogno: metà vanno agli esercenti.

Eragon (2006)
Troppo lontano dal materiale d'origine, il primo di una serie di romanzi fantasy di Christopher Paolini, e troppo debole per convincere la critica. Eragon uscì nel 2006, epoca in cui i draghi non erano ancora tornati di moda, e incassò appena 75 milioni in patria, su un budget di 100. La saga non sarebbe mai decollata.

Beautiful Creatures - La sedicesima luna (2013)
Nel 2013, quando uscì Beautiful Creatures, la saga di Twilight si era appena conclusa con enorme successo. I romanzi Young Adult parevano la nuova gallina dalle uova d'oro, fonte inesauribile di successi. Non stupisce, dunque, che Alcon e Warner Bros. abbiano puntato sulla saga scritta da Kami Garcia e Margaret Stohl. Eppure, nonostante il film sia meglio di tanti altri sottoprodotti del filone, fece un buco nell'acqua, ponendo immediatamente fine ai progetti di un sequel. Il povero Alden Ehrenreich non avrebbe avuto fortuna nemmeno con un franchise potenzialmente a prova di bomba come Star Wars.

L'ultimo dominatore dell'aria (2010)
Nel 2010, Shyamalan era nella fase peggiore della sua carriera. L'ultimo dominatore dell'aria, da lui scritto e diretto a partire dalla serie animata Avatar - The Last Airbender, è forse il suo peggior film. Paramount e Nickelodeon speravano probabilmente in un franchise, ma i 131 milioni incassati in patria (e i 187 raccolti nel resto del mondo) non furono ritenuti sufficienti, contando che il budget era di 150 e che la critica aveva massacrato sistematicamente il film.

La bussola d'oro (2007)
Quello che avrebbe dovuto essere il primo capitolo in una saga ispirata alla trilogia "Queste oscure materie" di Philip Pullman fu invece la pietra tombale di un franchise mai nato. La bussola d'oro pagò la paura dei produttori di andare fino in fondo con i toni anti-cattolici del romanzo, finendo per essere né carne né pesce e venire accusato di anti-cattolicesimo dai cattolici, e di non essere troppo anti-cattolico da tutti gli altri. Risultato: 180 milioni di dollari spesi (anche per pagare il lussuoso cast composto da Nicole Kidman, Daniel Craig, Ian McKellen, Eva Green, Sam Elliot e Christopher Lee), 70 incassati in patria. Attualmente BBC e HBO stanno lavorando a un remake televisivo.

Assassin's Creed (2016)
Ancora una potenziale saga tratta da una serie di videogame. Ancora un flop: il film con Michael Fassbender ha incassato 54 milioni in patria, a partire da un budget di 125. Nel mondo è arrivato a 240 milioni: ancora troppo poco per oliare gli ingranaggi di un franchise.

La Torre Nera (2017)
Ci hanno messo anni a confezionare un adattamento della saga fantasy/western di Stephen King. Dopo mille defezioni, da J.J. Abrams a Ron Howard, è stata affidata da quest'ultimo al prestanome Nikolaj Arcel, che ha fatto quello che ha potuto con una sceneggiatura che non rendeva giustizia all'epica di King. Neanche gli ottimi Idris Elba e Matthew McConaughey hanno potuto salvare il film dal flop: 50 milioni in patria, 113 nel mondo, budget di 60. La Torre Nera avrebbe dovuto lanciare una trilogia, con i tre capitoli intervallati da altrettante serie TV. Il progetto è ovviamente morto e sepolto.