
Cannes, dieci film che non avrebbero meritato la Palma d'Oro

Il pianista (2002)
Non sempre la Giuria del Festival di Cannes ha la lungimiranza per capire quale sia, tra i film in concorso, quello da premiare con la Palma d'Oro. Chiamatela ansia da prestazione nel consegnare il più ambito premio del cinema, chiamatelo bisogno di affermare qualcosa di potente nel momento in cui quel premio viene consegnato. Sono molte le ragioni per cui non sempre il film che meriterebbe davvero trionfa sulla Croisette. Ecco dieci casi.
Ma prima un avviso: alcuni di questi film sono considerati classici del cinema, e a buon diritto. Non stiamo necessariamente mettendo in discussione la loro qualità, ma il fatto che, quell'anno, ci fossero ben altri film da premiare.
Ad esempio, Il pianista di Roman Polanski non è di per sé un brutto film. Ma Polanski ha fatto di meglio e Il pianista, anche all'interno del filone sull'Olocausto, ha il sapore di una generica epopea hollywoodiana senza mordente. Eppure vinse in un anno in cui erano anche in concorso Arca russa di Sokurov e A proposito di Schmidt di Alexander Payne.
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La legge del Signore (1956)
Questa storia di una pacifica famiglia di quaccheri, messa a dura prova dalla Guerra Civile americana, non è certamente il miglior film di un grande regista come William Wyler. Non è la pellicola con cui sarà ricordato. Eppure fu quella con cui vinse Cannes in un'edizione in cui erano in lizza anche Il settimo sigillo di Bergman e Le notti di Cabiria di Fellini.

L'inverno ti farà tornare (1961)
Questo melodramma di Henri Colpi, interpretato da Alida Valli, è la storia di una donna convinta che un uomo senza memoria sia il marito scomparso nella Seconda Guerra Mondiale e mai tornato. L'inverno ti farà tornare vinse ex aequo con Viridiana di Bunuel, che avrebbe dovuto invece essere il solo vincitore.

Missing - Scomparso (1982)
Questo classico del cinema politico di Costa-Gavras, interpretato da Jack Lemmon e Sissy Spacek, vinse ex eaquo con il turco Yol. Entrambi però strapparono la vittoria a Fitzcarraldo di Werner Herzog, senza dubbio il candidato più giusto alla Palma.

The Best Intentions (1991)
Questa miniserie svedese, scritta da Ingmar Bergman e incentrata sulla storia vera dei suoi genitori, vinse in un anno non esaltante, in cui però c'era in concorso anche I protagonisti di Robert Altman. Per quanto scritta da Bergman - e per quanto il regista abbia dei precedenti in ambito miniserie di lusso, vedi Scene da un matrimonio e, in un certo senso, Fanny e Alexander - questa serie non è rimasta impressa come altri suoi lavori.

La stanza del figlio (2001)
Non scaldatevi, prendete un bel respiro e ascoltateci. La stanza del figlio è uno dei migliori film di Nanni Moretti. Non c'è niente di male ad averlo premiato con il sommo riconoscimento di Cannes. Niente, tranne il fatto che quell'anno era in concorso anche Mulholland Drive di David Lynch. Che non solo è uno dei migliori film di Lynch, o forse il migliore film di Lynch. Ma anche uno dei migliori film del nuovo millennio. Un'occasione sprecata davvero.

Fahrenheit 9/11 (2004)
All'epoca della sua uscita, il documentario di Michael Moore sull'America di Bush e i suoi legami oscuri con la famiglia Bin Laden colpì un nervo scoperto, ottenendo più lodi di quello che forse avrebbe meritato. In realtà è un film molto di parte, in cui Moore scatena la sua bile con abili trucchi di montaggio, mentre la sostanza latita in molti punti. Però, appunto, fu un instant movie molto sentito, e la giuria guidata da Quentin Tarantino si fece incantare dalla voglia di affermare qualcosa dando il premio a Moore. Peccato: proprio per la presenza di Tarantino, ci saremmo aspettati di veder vincere il grandissimo Old Boy di Park Chan-wook.

La classe - Entre les murs (2008)
Non ce ne vogliate: è bello questo dramma scolastico di Laurent Cantet, scritto per altro dal regista di 120 battiti al minuto, Robin Campillo (quest'anno in giuria). Ma non aggiunge molto al già testato canovaccio del professore che si guadagna la fiducia dei suoi studenti difficili. Considerando che a Gomorra e Il Divo sono stati riservati premi comunque importanti, rispettivamente il Grand Prix e il Premio della Giuria, magari uno dei due avrebbe meritato di vincere di più.

Io, Daniel Blake (2016)
Anche in questo caso, Io, Daniel Blake non è di per sé un brutto film. Ma è decisamente una delle opere meno interessanti di Ken Loach, che con questo film vinse la Palma per la seconda volta (dopo Il vento che accarezza l'erba). Il regista si adagia sul suo stile politico e gira un film che non aggiunge molto alla sua già ottima filmografia. Lo stesso anno erano in gara anche Il cliente, Paterson, Toni Erdmann, The Handmaiden. Tutti titoli che avrebbero certamente meritato di più.

The Square (2017)
Il film di Ruben Östlund, vincitore della terzultima edizione del Festival, è una satira sul mondo dell'arte ricca di spunti interessanti e scene divertenti. Ma lo stesso anno erano anche in concorso 120 battiti al minuto (a cui è andato il Gran Premio), Loveless e Il sacrificio del cervo sacro.