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Haneke meno disturbante e più melodrammatico

A tre anni dalla Palma d'Oro, Michael Haneke torna a Cannes con "Amour"

Michael Haneke

20.05.2012 - Autore: Pierpaolo Festa, nostro inviato al Festival di Cannes
Una di quelle rare volte in cui si assiste a un film di Haneke più con il cuore in mano che con una sensazione di disagio che serpeggia sotto le poltrone di chi sta a guardare. Gli ultimi, strazianti, minuti di “Amour”, invece, provocano lacrime in sala. “Questo è un film molto semplice – dice Haneke, tornato a Cannes dopo il trionfo de “Il nastro bianco nel 2009 – Non volevo fare una pellicola che rifletteva sulla società. Sono partito dal fatto che prima o poi nella vita bisogna confrontarsi con la sofferenza di qualcuno che ami”.

Michael Haneke Amour Festival di Cannes dichiarazioni. Jean-Louis Trintignant e Emmanuelle Riva

Sullo schermo Jean-Louis Trintignant ed Emmanuelle Riva sono una coppia upper class intellettuale di Parigi, sposata da almeno mezzo secolo. Felicemente. Finché lei non viene colpita da un ictus che a poco a poco la porta alla tomba. La macchina da presa rimane con il marito, l'unico che resta costantemente a fianco della donna, fino alla fine. “Era dal 1998 che non recitavo al cinema – dice Trintignant, la cui performance si candida al premio finale a Cannes – Preferisco di gran lunga il teatro. Anche perché odio riguardarmi sullo schermo. Ho sempre stimato Haneke, quindi non ho esitato quando mi ha chiamato per il film. Penso però che questa sia l’ultima volta che mi vedete al cinema”. Parlando del regista, gli attori ripetono soprattutto l’aggettivo “esigente”: “Si tratta di un’esperienza dolorosa ma bellissima - continua Trintignant – Non ho mai conosciuto un regista che ti chiede così tanto. Sa cosa vuole e conosce ogni mezzo per fare cinema: sul set parla con tutti, dagli attori agli specialisti del suono”.

Isabelle Huppert, colei che è stata spesso la musa di Haneke, nel film interpreta la figlia dei protagonisti: “Non credo sia difficile lavorare con Michael – afferma -E vi dico che sarei felice di tornare a recitare anche nei suoi prossimi film. Spero che me lo chieda. Trintignant ha ragione: Michael è esigente. Ma alla fine gli attori vengono appagati pienamente”. E, a proposito dell’atmosfera sul set, è lo stesso Haneke che commenta: “E’ un’idea molto romantica pensare che se il film è tragico, allora l’atmosfera sul set deve essere tale. In realtà posso elencarvi pellicole drammatiche girate su set allegri e ancor di più, commedie la cui lavorazione è stata apocalittica”. Interessante il modo in cui il regista descrive la sua ossessione con i suoni: “Lavoro più con le mie orecchie che con gli occhi. È una cosa che mi porto dietro da quando dirigevo gli attori a teatro: me ne stavo sul backstage a strofinarmi gli occhi, concentrandomi sui dialoghi. Gli attori venivano da me e si sentivano abbandonati, io gli spiegavo che sentire la loro battuta mi permetteva immediatamente di capire se funzionava o meno”.

Michael Haneke Amour Festival di Cannes dichiarazioni. Isabelle Huppert

L’incontro si chiude citando la sequenza finale che vede Trintignant dare la caccia a un piccione all’interno della casa. Una scena che secondo la stampa internazionale “dovrebbe essere menzionata tra le più memorabili di sempre, fino alla fine dell’umanità”. Anche in quel caso l'attore torna a parlare del modus operandi ossessivo di Haneke: “Quella scena è stata pesante da girare, perché Michael voleva a tutti i costi dirigere il piccione. Ci sono voluti due giorni e due piccioni per girarla. Michael non era contento del lavoro del primo!”.

Chissà dunque se Haneke farà breccia nel cuore del presidente di giuria Nanni Moretti, nel giorno in cui a Cannes sarà presentato anche il nuovo film di Abbas Kiarostami, cineasta iraniano tanto amato dal regista di “Caro diario”.

“Amour”, in uscita il 31 ottobre, sarà distribuito in Italia da Teodora Film.

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