The Eagle

The Eagle - Poster

Nel 140 dC, vent'anni dopo l'inspiegabile scomparsa dell'intera Nona Legione nei monti della Scozia, il giovane centurione Marcus Aquila giunge da Roma per risolvere il mistero e risollevare la reputazione del padre, comandante della Legione. Accompagnato solo dallo schiavo britannico Esca, Marcus varca il Vallo di Adriano e si reca in Caledonia per confrontarsi con le trib? selvagge del luogo..

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
The Eagle
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
SITO UFFICIALE
DISTRIBUZIONE
Bim
DURATA
114 min.
USCITA CINEMA
16/09/2011
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2011

Kevin Macdonald è uno dei migliori documentaristi del mondo, ma non disdegna da alcuni anni anche apparizioni nel cinema di finzione mainstream, con risultati non da disprezzare, ma piuttosto discontinui. “L'ultimo Re di Scozia” e “State of Play” erano senz'altro due buoni film, un biopic e un remake con un'impronta personale, ma non privi di difetti, dovuti proprio a una sensibilità narrativa diversa, più abituata a esplorare la realtà che a ricrearla. “The Eagle”, quindi, era una sfida interessante, un peplum, quindi con una ricerca storica alle spalle di grande spessore, ma soprattutto un film per il grande pubblico, con star come Channing Tatum, Jamie Bell, Mark Strong e Donald Sutherland, e un budget non indifferente. Una sfida vinta a metà.

The Eagle” racconta la ricerca da parte di un giovane centurione dell'Impero Romano del vessillo della legione, l'aquila del titolo appunto, perduto dal padre durante una battaglia con i barbari abitanti oltre il vallo di Adriano, l'attuale Scozia. Una classica quest, quindi, che viene narrata attraverso un'interessante commistione di generi, dal western al fantasy, ponendo in secondo piano il classico cinema dei “sandaloni” per concentrarsi più sull'azione e l'interazione tra i personaggi.

Ben diretto e con una buona costruzione narrativa, The Eagle” però ha gli stessi difetti delle precedenti opere del suo regista, ovvero un distacco emotivo nei confronti dei suoi personaggi che si trasmette inevitabilmente allo spettatore. Può non essere necessariamente un male, ma la mancanza di pathos, per chi la percepisce, finisce con l'appesantire un film altrimenti tutt'altro che noioso e con interpretazioni di valore, tra cui sorprende proprio quella del protagonista Tatum, un ragazzo che dalle pedane del male strip (uno dei prossimi film di Steven Soderbergh è ispirato proprio alla sua incredibile vita) si sta ritagliando un posto importante nel cinema che conta.

Da elogiare comunque l'operazione, viste le difficoltà nell'affrontare un genere come il peplum che a meno di raccontare sanguinose e torbide storie di gladiatori, intrighi e sangue non ha mai avuto negli ultimi anni grossa fortuna. Non a caso, perché le arene sono il pane quotidiano dello spettatore moderno, che siano grandi e stupidi fratelli o porte di fianco a porte. La ricerca di se stessi è invece merce sottovalutata.

di Alessandro De Simone