

Splice

Elsa e Clive, due giovani scienziati dal carattere ribelle, sfidando le leggi e le regole etiche si cimentano in un pericoloso esperimento: combinando DNA umano e animale riescono a creare un nuovo organismo che chiamano Dren. La nuova creatura, che ha le sembianze di una neonata deforme, si trasforma presto in una bellissima chimera alata. Tra Dren e i suoi due creatori viene stretto un patto, un patto che si rivelerà mortale...

di Antonio Marenco
Finalmente Vincenzo Natali (solo il nome italiano, nato a Detroit e di nazionalità canadese)
riesce a portare sullo schermo il progetto su cui lavora da almeno dieci
anni. L'idea di “Splice” nasce subito dopo il successo di “Cube”,
ma fin dall'inizio risulta un progetto troppo ambizioso per il giovane
regista sempre costretto a far fronte a delle grandi idee e dei budget
ridotti. Problema principale del film sono gli effetti speciali, nel '98
infatti ancora non si disponeva delle tecnologie visuali necessarie per
ricreare la creatura immaginata dal regista.
Una creatura ibrida che ha bisogno di una combinazione di effetti
digitali e trucco su un personaggio reale, in questo caso l'attrice
francese Delphine Chanéac. Dal 2001, le notizie e i
grandi progressi nella ricerca genetica e biochimica aiutano Natali a
rendere più solida e credibile la sua sceneggiatura. Al di la del sogno
di ricreare la vita, argomento che ritroviamo in film come “Intelligenza
artificiale” o grandi classici come “Metropolis”, in “Splice” l'obbiettivo si spinge oltre ricreando una “nuova forma di vita” con una doppia finalità: commerciale e terapeutica. Adrien Brody (recentemente visto in "Predators", qui la recensione) e Sarah Polley (“La vita segreta delle parole”)
interpretano una coppia di scienziati che dividono appartamento e
laboratorio. Insieme lavorano su un progetto di genetica che aspira a
combinare il DNA di diverse specie animali con lo scopo di ricreare
nuove forme di vita “ibride”. Gli interessi delle parti implicate nel
progetto divergono notevolmente: mentre le imprese che hanno investito
vogliono subito sintetizzare una proteina da immettere nel mercato, i
due scienziati vogliono combinare il DNA con quello umano per poter cosi
combattere, a lungo termine, le malattie tuttora incurabili.
Di fatto il film s'ispira al dibattito che fin dal '88 investe le
comunità scientifiche internazionali: la moralità degli esperimenti
condotti da Irving Weissman sulla combinazione tra cellule madri e cellule ibride. Il risultato dell'esperimento segreto si chiama Dren (acronimo di Nerd), un essere timido e viscerale che raggiunge l'eta adulta in poche settimane. Dren diventa parte integrante nella vita dei due protagonisti e conferma la teoria sull'imprevedibilita degli esperimenti pilota. Natali riesce a ricreare una vicenda credibile e avvincente pur restando quasi sempre bloccato nell'atmosfera da laboratorio.