Dopo il successo della Twilight Saga, la carriera di Kristen Stewart pareva spianata verso il mondo dei blockbuster. Eppure l’attrice la sta conducendo in maniera decisamente più imprevedibile, lavorando alternativamente a progetti come Biancaneve e il Cacciatore e Sils Maria, cimentandosi nel dramma di Still Alice e nella commedia dell’atteso American Ultra. Queste scelte l’hanno portata qui a Venezia, dove ha presentato Equals, film romantico e fantascientifico diretto dal giovane regista indie Drake Doremus, che interpreta accanto a Nicholas Hoult.
Ispirato tanto al cinema distopico anni ’70 (L’uomo che fuggì dal futuro, La fuga di Logan) quanto a Shakespeare (Romeo e Giuletta), Equals racconta la storia “di due ragazzi che vogliono amarsi ma non è loro permesso”, ambientata in una società futura post-apocalittica in cui le emozioni sono state bandite, e tutti vivono in pace. “Un’utopia, più che una distopia”, azzarda il regista.
“La nostra domanda principale era: potremmo continuare a esistere se l’amore smettesse di esistere? Io credo di no, penso che non riusciremmo neanche ad andare al lavoro – spiega l’attrice – Secondo Drake, invece, entrerebbe in gioco la nostra curiosità intellettuale come spinta ad andare avanti”. “Per me – conclude – il mondo non potrebbe esistere senza amore. E se fossi innamorata mi batterei per l’amore”. La Stewart svela anche il procedimento con cui Doremus l’ha aiutata a calarsi nella parte: “Mi diceva di pensare, anziché recitare. Le emozioni sono uscite da sole, e anche se non ne ero molto convinta lui mi diceva che ero perfetta”.
Infine, rivela di non scegliere mai i ruoli con in mente l’assegno: “Mi interessa ogni singolo progetto che ho fatto. Alcuni attori sono soliti dire ‘Uno per loro uno per me’, ma io non ci riuscirei mai, sarei terribile e verrei sicuramente licenziata! Ci sono certamente attori sociopatici, ma in generale questo è un mestiere che richiede un enorme coinvolgimento in quello che fai”.