Guarda le foto: I boss del cinema, grandi attori che diventano gangster
Johnny Depp si lascia le spalle i personaggi carnivaleschi della sua filmografia recente per recuperare credibilità in un noir di ambientazione anni ’70 dall’incedere classico e “di mestiere” come solo gli americani sanno fare. Black Mass - L'ultimo gangster, la storia del vero gangster di Boston James “Whitey” Bulger, è un film che posa sulle sicure fondamenta stabilite da classici come Quei bravi ragazzi, Donnie Brasco e il più recente Iceman, nel raccontare una storia di criminalità tanto cinematografica quanto vera in un lungo lasso di tempo, scandito da una serie di date su schermo nero: 1975, 1981, 1985.
Al suo terzo film, Scott Cooper non si scrive la sceneggiatura e lavora decisamente su commissione: prima di lui si erano interessati al progetto Barry Levinson, Jim Sheridan e persino la coppia Affleck/Damon, bostoniani di razza. Questo non implica necessariamente che il film sia meno riuscito: tutt’atro, Black Mass è l’equivalente di un viaggio in prima classe, serviti e riveriti da personale esperto. Non c’è nessuno che sappia confezionare questo tipo di intrattenimento come Hollywood: dalla ricostruzione sottile e per nulla stilizzata del periodo – niente pantaloni a zampa o capelli lunghi, niente colori sgargianti per sottolineare il passaggio agli ’80 – al cast di prim’ordine. Cooper ha assegnato ogni singolo ruolo ad attori di grande spessore: oltre a Depp troviamo Joel Edgerton, nei panni del suo contatto nell’FBI (di cui Bulger era insospettabile informatore), Benedict Cumberbatch, in quello del fratello senatore Billy Bulger, e poi Kevin Bacon, Dakota Johnson, Juno Temple, Corey Stoll, Peter Sarsgaard, Rory Cochrane, Jesse Plemons. Tutti si calano perfettamente nei loro ruoli e sono chiaramente diretti con mano esperta da Cooper, che nonostante sia solo al terzo film ha un background da attore che aiuta.
Al centro di tutto c’è Depp, truccato, come spesso accade nella sua filmografia, al limite dell’irriconoscibilità, per calarsi al meglio nel ruolo di Bulger ma anche per trasformarsi in una sorta di vampiro: pallido, con occhi di ghiaccio e un portamento freddo e solenne. Cooper assicura che il trucco è stato pensato solo per far assomigliare la star al vero Bulger, ma il risultato è altamente stilizzato e cinematografico. Pare quasi l’Andreotti de Il divo: in quel caso, lo stesso Sorrentino aveva dovuto ammettere che, anche se l’idea iniziale non era quella di far assomigliare Andreotti a Nosferatu, l’incontro con il politico lo aveva convinto che quella fosse l’unica strada percorribile. Qui, allo stesso modo, il trucco pesante necessario per ricreare i connotati di Bulger “stona” con il realismo della messa in scena al punto che non può essere casuale, non può trattarsi di un errore di calcolo: c’è l’intenzione di rendere visivamente la sociopatia del gangster, tramutandolo in una sorta di Leprecauno giunto da una dimensione parallela per tormentare le vite dei bostoniani, da qualunque lato della legge si trovassero.
Ne esce un’opera che non lascerà forse il segno come i già citati Donnie Brasco e Quei bravi ragazzi, ma che di certo è in grado di soddisfare gli appetiti del pubblico amante di queste storie di malaffare d’epoca, in cui crimine e legge si confondono fino a essere una cosa sola.
Black Mass, in uscita l’8 ottobre, è distribuito in Italia da Warner Bros. Qui ne potete vedere il trailer.
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Black Mass – La recensione da Venezia
Johnny Depp torna in forze nei panni di un gangster vampiresco nella Boston anni ’70, storia vera della carriera criminale di Whitey Bulger
04.09.2015 - Autore: Marco Triolo (Nexta), da Venezia