Festiva di Cannes 2014
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Grace di Monaco – La nostra recensione

Sparate pure sul film, ma giù le mani da Nicole Kidman

14.05.2014 - Autore: Pierpaolo Festa, da Cannes
"Mai stare troppo ai margini dell'inquadratura" diceva Alfred Hitchcock. Un consiglio che sia Grace Kelly che Nicole Kidman hanno sempre seguito alla lettera sul set come nella vita. Si può discutere quanto si vuole sulla debolezza di Grace di Monaco e su alcuni momenti del film che sconfinano nel patetico, rimane fuori discussione il grande fegato della Kidman, spinta da coraggio e (sicuramente) un po' di follia ad accettare un ruolo destinato a finire nel centro del mirino. È così che mentre il film crolla poggiandosi sulle fondamenta di una sceneggiatura a tratti imbarazzante, la Kidman rimane a testa alta incarnando costantemente una classe e un'eleganza degna di una delle più grandi dive dei nostri tempi.


La diva Nicole difende Grace a Cannes

Nel corso degli anni la abbiamo vista impugnare un Oscar e poi cadere miseramente in una serie di insuccessi commerciali, rischiare di finire nel baratro del direct to video (trascinata da Nicolas Cage) e adesso eccola rimettersi in gioco: la sua performance in Grace di Monaco sgancia una bomba su tutte le polemiche e le critiche che si creano intorno al film, radendole al suolo. Non si tratta del modo in cui pronuncia una battuta o del suo repertorio di espressioni, piuttosto di un gene della raffinatezza che denota la sua presenza. Proprio come succede al suo personaggio, quando lei entra in una stanza non si può staccarle gli occhi di dosso. E' questa la qualità migliore che fa la Kidman l'attrice perfetta per il ruolo di Grace Kelly.

La patata bollente che ha aperto Cannes è un drammone che esplora una fase nella vita dell'ex musa di Alfred Hitchcock sposata a Ranieri di Monaco. Una donna che ha sacrificato tutto all'apice della sua carriera per trasformarsi in madre di famiglia. La premessa del film, che vede Grace divisa tra la sua vecchia vita e la sua nuova dimensione, viene tirata per le lunghe sulle note stonate dello script che trasforma l'intero film in un melodramma di terz'ordine nonostante la confezione elegante tanto quanto la protagonista. Le riprese nei corridoi del potere, con la Kidman che ad ogni scena indossa un bellissimo vestito diverso, sono infatti l'altro elemento memorabile del pasticcio.


Uno scatto della Kidman sul set di Grace di Monaco

Il vero peccato è che lo stesso Olivier Dahan dietro la macchina da presa faccia lo slalom a tutta velocità tenendo stretta a sé quella sceneggiatura, finendo per trasformare il film in un melange esagerato tra storia d'amore, biopic e thriller politico annacquato (con tutta una sottotrama che cerca di far luce sulla tensione tra Monaco e la Francia). Poteva funzionare se non fosse stato sviluppato in maniera così pacchiana. Rimangono solide sia la presenza della Kidman che l'intero spirito cinefilo della storia, inclusa una comparsata di Alfred Hitchcock e una serie di sequenze metacinematografiche con tanto di protagonista che prova più volte (e in maniera diversa) una battuta dal copione di Marnie.

Grace di Monaco, in uscita il 15 maggio, è distribuito da Lucky Red.

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Leggete l'incontro con Nicole Kidman a Cannes

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