QUI LA RECENSIONE DI GRACE DI MONACO
Entra Nicole Kidman, protagonista del primo giorno del 67° festival con la sua Grace di Monaco, accolto in maniera fredda tra fischi e risate: ciononostante il carisma dell'attrice zittisce tutti. Una cosa è certa: si tratta di un ruolo che rimane in evidenza nel curriculum di un'intera carriera d'artista. E' successo anche alla sua amica Naomi Watts che un anno fa trovò tanti nuovi nemici dopo aver interpretato il ruolo di un'altra icona moderna: Lady Diana. Secondo la Kidman si tratta semplicemente di una sfida: “Cerco sempre di trovare qualcosa fuori dagli schemi nella mia carriera: altre volte ho interpretato veri personaggi, con Grace l'approccio è stato diverso proprio perché avevo a disposizione tantissimo materiale. Ho avuto cinque mesi per prepararmi al ruolo, le sono entrata sotto la pelle. Non credo che il nostro sia un biopic, piuttosto un racconto di finzione che cerca di cogliere l'essenza della verità: mi piacerebbe comunicare ai figli di Grace, comunque la pensino sul film, che ho affrontato il ruolo con grande amore”.
Il regista Olivier Dahan, che anni fa portò Marion Cotillard all'Oscar con il biopic su Edit Piaf, rimane schivo. Sa bene che il film non è stato accolto in maniera calorosa, però fa eco alla sua musa: “Non prendetelo come un biopic. Vi presentiamo Grace sei anni dopo il suo matrimonio con Ranieri, nel momento in cui Hitchcock le offre di tornare al cinema con il ruolo di Marnie. Penso che diventi un film universale: non si tratta semplicemente di tornare o meno a Hollywood, piuttosto della scelta di una donna tra la sua vita e l'amore”. A quel punto la Kidman si lascia andare alla confessione: “Non esiterei due volte tra la mia passione e l'amore della mia vita: sceglierei l'amore e mi troverei nuovi interessi. Non smetterei di darmi da fare. La notte in cui vinsi l'Oscar per The Hours è stata una delle più incredibili della mia carriera, ma coincideva con uno dei periodi più bui, un momento in cui ero vuota e sola. Quando ci ripenso è frustrante: la mia carriera aveva uno dei momenti più alti, e la mia vita personale invece toccava il fondo. Spero un giorno di sincronizzare entrambe le cose verso successi più grandi”.
Inevitabili i parallelismi tra la vita di Grace e quella di Nicole Kidman: “Un'attrice che interpreta un'attrice scatena un processo interessante di identificazione. Anche io come lei mi sono detta a un certo punto: 'Posso ancora recitare? Sono ancora in grado di farlo?'. Di questa donna mi piaceva come attraverso la sua curiosità sia stata in grado di fare cose insolite. La mostriamo in crisi esistenziale, ma io credo che fosse davvero innamorata del marito: hanno dovuto lentamente trovare un equilibrio, perché all'epoca del matrimonio non si conoscevano ancora”. La star rivela anche l'enorme contributo dei costumi di scena: “Erano anni che non prendevo parte a un film così grande come sforzo produttivo stilistico: l'ultima volta risale a Moulin Rouge. Sul set di Grace di Monaco siamo stati fortunati ad avere l'aiuto di Dior che ci ha fornito i costumi e di Cartier che ci ha lasciato usare alcuni gioielli”.
Interrogato sulla polemica legata alla distribuzione del film negli USA e alle scelte di Harvey Weinstein di cambiare il film, Dahan abbassa ogni tensione: “Non esistono altre versioni di questo film. Uscirà così. E se anche ci sarà qualche cambiamento da fare, lo faremo insieme. Non c'è alcuna polemica”.
In uscita il 15 maggio, Grace di Monaco è distribuito in Italia da Lucky Red.
Film.it è come ogni anno in prima linea sulla Croisette per portarvi news, interviste, recensioni e immagini dal Festival di Cannes 2014. Seguite il nostro speciale.
