L'ultima volta era stato solo tre anni fa, e nel 2011 l'arrivo di Al Pacino fu un vero evento per la Mostra allora diretta da Marco Muller. In quello stesso 4 settembre erano arrivati al Lido anche altri due beniamini del pubblico, l'iperattivo James Franco (per il film Sal) e l'immortale Patti Smith (per il documentario Pivano blues di Teresa Marchesi), eppure tutti sembrarono trattenere il respiro in attesa solo dell'apparizione del Mito.
Ma il rapporto di Pacino con Venezia e' ben radicato, non foss'altro per l'intensa interpretazione che nel 2004 diede dello shakespeariano 'Mercante' Shylock nel film di Michael Radford, non a caso proiettato per la prima volta proprio alla Mostra come 'Fuori Concorso', in estremo omaggio alla citta' nella quale era stato anche parzialmente girato (al Castello di Thiene). Un personaggio che gli fece sfiorare persino il Tony Award (il premio teatrale statunitense per antonomasia) nel 2011. Sarebbe stato l'ennesimo grande riconoscimento in una storia che conosciamo bene, e nella quale spicca anche un Leone d'Oro alla Carriera ricevuto proprio al Lido nel 1994.
Facile capire come mai, forse per una sorta di riconoscenza, il mattatore di Serpico, Il Padrino e Scarface sia di nuovo al Lido a presentare le sue ultime fatiche regalarndoci un nuovo Show, persino raddoppiandolo, visto che i film con i quali sara' alla 71. Mostra Internazionale di Cinema di Venezia sono due stavolta: The Humbling e Manglehorn. E chissa' che non sia stata casuale la scelta di un territorio tanto amico per mostrarsi in vesti parzialmente diverse dal solito, o almeno da quelle che l'han fatto amare dal grande pubblico e reso affascinante e carismatica icona.
Concorre al Leone d'Oro il Manglehorn diretto da David Gordon Green (con Holly Hunter, Chris Messina e Harmony Korine) nel quale troviamo un Pacino - ex detenuto che da quarant'anni rimpiange l'aver preferito un 'grande lavoro' alla donna della sua vita - dimesso e ossessionato, costretto in un contesto soffocante, frustrato dalle scelte fatte e che lo portano oggi a dedicarsi a un gatto malato, a mangiare ogni giorno nello stesso posto e ad attendere l'abituale chiacchierata del venerdi con il cassiere della banca. Ma qualcosa cova sotto la cenere… Un passato oscuro sta per venire alla luce, sconvolgendo le abitudini sue e la quiete del piccolo centro in cui vive, e promette di rivelarci un Pacino 'nudo' ed emozionante.
Come anche in The Humbling, Fuori Concorso, che lo vedra' di nuovo in panni che conosce bene, quelli di Simon Axler, rinomato interprete teatrale ormai sull'orlo della depressione e del suicidio a causa dell'improvvisa e incomprensibile scomparsa di ogni capacita' recitativa. L'adattamento cinematografico di Barry Levinson dell’omonimo penultimo romanzo di Philip Roth (edito in Italia come L’Umiliazione) sara' l'occasione per il Grande Al di esorcizzare la paura di ogni attore di perdere 'la magia' che lo fa sentire speciale. Il tentativo estremo di ritrovare 'energia' attraverso la relazione con una giovane donna omosessuale (Greta Gerwig, nel cast insieme a Dianne Wiest, Kyra Sedgwick, Dan Hedaya, Mandy Patinkin, Nina Arianda e Billy Porter) non fara' altro che portare il caos nella vita dei protagonisti, ma permettera' anche a noi di vedere ancora il Pacino sicuro di se' e padrone del suo destino per una volta - di piu', visto che anche il suo A.J. Manglehorn sembra un anti-eroe di questa pasta - in balia di eventi che non e' in grado di controllare.
Un dramma texano, grigio come non mai, e una tragicommedia erotico-immaginifica sono le due cartucce sulle quali il Premio Oscar (per Scent of a Woman - Profumo di donna, nel 1993) - e tutti i suoi sostenitori, delusi dalle sue prove piu' recenti - contano per dare una sferzata a una carriera senza eguali. E per ritrovare l'egocentrico ed estroso guascone che l'ultima volta seppe mettere in scena un vero e proprio One Man Show, che dallo schermo - su cui presentava Wilde Salome, con la splendida Jessica Chastain scelta quando ancora Terrence Malick non ne aveva fatto una star con il suo Tree of Life - continuo' nella conferenza stampa e in tutte le occasioni pubbliche cui si presto'. Portando a casa un premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker e il Queer Lion al Miglior Film con Tematiche Omosessuali & Queer Culture (per Wilde Salome, appunto).
NOTIZIE
Il nuovo Al Pacino per la Nuova Mostra
La rinascita di un Grande del Cinema passa attraverso il colpo doppio di Venezia
24.08.2014 - Autore: Mattia Pasquini