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ZeroZeroZero, la recensione della nuova serie di Stefano Sollima e Roberto Saviano

Gli autori di Gomorra – La serie alzano il volume dell’ambizione per raccontare il traffico internazionale di cocaina

ZeroZeroZero

05.09.2019 - Autore: Marco Triolo
Stefano Sollima e Roberto Saviano colpiscono ancora. Dopo aver realizzato Gomorra, serie importantissima per come ha rilanciato a livello internazionale la produzione televisiva e di genere italiana, la coppia sforna un progetto ancora più ambizioso. ZeroZeroZero, tratta dall’omonimo libro di Saviano, è una serie girata in più continenti con un cast internazionale che include Gabriel Byrne, Dane DeHaan e Andrea Riseborough. E segue il viaggio di una partita di cocaina dal Messico alla Calabria, raccontando tutte le figure coinvolte e gli ostacoli che un’operazione del genere deve superare.

Creata da Sollima insieme a Mauricio Katz e Leonardo Fasoli, e diretta anche da Pablo Trapero, la serie sarà composta da otto episodi. A Venezia abbiamo potuto vedere i primi due ed è chiaro da subito che ogni singolo centesimo speso si trova sullo schermo. La cosa più impressionante è che ZeroZeroZero parte come una moderna serie italiana – il neo noir a cui ci ha abituati Sollima – per incorporare poi elementi del cinema e della serialità sui Narcos dell’America meridionale e centrale e sul loro rapporto con gli uomini d’affari americani.



Seguiamo tre storie parallele: quella di una cosca calabrese e delle lotte intestine che minacciano di destabilizzare la riuscita della spedizione. Quella di una famiglia americana di intermediari. E infine quella dei militari che, in Messico, si battono contro i cartelli, e che portano una serpe in seno. Le storie si incastrano come i pezzi di un puzzle: Sollima gioca con il tempo, spesso torna indietro per raccontare gli antefatti di una particolare svolta dal punto di vista di altri personaggi. E tutto funziona con precisione chirurgica e chiarezza encomiabile.

Tecnicamente, il regista si è evoluto moltissimo e ha fatto tesoro dell’esperienza sul set di Soldado. Dopo cinque minuti è chiaro perché la serie Netflix tratta da Suburra sia la più deludente nel nuovo corso della TV italiana: perché manca Sollima. È lui a gettare un ponte tra le produzioni di genere italiane e la serialità internazionale. Un prodotto come ZeroZeroZero sarebbe stato inimmaginabile una decina di anni fa, così come The New Pope. Entrambi testimoniano come l’Italia sia riuscita nuovamente ad assicurarsi un posto sulla mappa mondiale dello spettacolo.



Si parla di cocaina in ZeroZeroZero, ma la cocaina non si vede mai. Questo perché in realtà non si parla tanto di cocaina quanto di “potere”, come ha rivelato Saviano durante la conferenza stampa. E di come il traffico di cocaina sia una vera e propria economia globale, parte integrante del sistema capitalistico e in grado di toccare e influenzare le vite di tutti, anche i più lontani da esso. Anche chi non ha mai usato o comprato coca.

Il cast è perfetto e, al di là dei grossi nomi già citati, sono Giuseppe De Domenico e Harold Torres a rubare la scena, nei panni di un boss della ‘ndrangheta e di un “soldado” messicano corrotto. Il primo, in particolare, ha una somiglianza impressionante con il giovane Robert De Niro (epoca Il padrino – Parte II). Non sappiamo dire se sia un caso il fatto che proprio De Domenico sia stato scelto nei panni di un boss, ma l'effetto è allo stesso tempo spiazzante e affascinante.



ZeroZeroZero è una serie indubbiamente costosissima, anche solo per l’impresa di girare in più parti del mondo contemporaneamente. Speriamo che abbia il successo che merita, perché è uno di quei casi in cui, dopo averne visto un assaggio, ne vorrete vedere ancora e ancora.

Prodotta da Cattleya e Bartlebyfilm per Sky Studios, CANAL+ e Amazon Prime Video, la serie debutterà in Italia su Sky nel 2020.