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X-Men: Dark Phoenix, la recensione dell'ultimo film della saga dei mutanti

Il gran finale per il franchise targato Fox, il futuro si chiama Disney. Serve un cambio di rotta per il professor Xavier e compagni

Fassbender

05.06.2019 - Autore: Gian Luca Pisacane
Un incidente d'auto. X-Men: Dark Phoenix è il secondo fumettone dell'anno che inizia con uno scontro in macchina. Il primo è stato Shazam! dove il padre del cattivone di turno finiva sulla sedia a rotelle. Si parte dalla tragedia, per poi seguire la struttura del classico "da grandi poteri derivano grandi responsabilità". O il contrario, nel caso di Shazam!. L'essere rifiutati porta a sviluppare un'anima nera, che forse farebbe impallidire anche il Superman in chiave horror di Brightburn - L'angelo del male.

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In X-Men: Dark Phoenix, Jean è una bambina quando provoca la morte della madre. Chi dovrebbe proteggerla la rifiuta, e solo il professor Xavier decide di accoglierla. Ma con l'adolescenza, si sa, i rapporti in famiglia si fanno sempre più complicati. Specialmente quando la giovane in crisi ha assorbito una coloratissima "forza cosmica" e diventa inarrestabile. Niente di nuovo. Perdita, ricerca di identità, del proprio posto nel mondo. Spider-Man, ma qualche decennio dopo.



La saga degli X-Men avrebbe meritato una degna chiusura. Invece il film segue gli eventi di X-Men: Conflitto finale, rimescolando personaggi e battaglie, ma mantenendo lo stesso impianto. Lì si parlava di una "cura" per guarire tutti i mutanti, qui si cerca una "medicina" per placare lo spirito di Jean. L'ambiguità di Magneto non cambia, anche se è più smussata. E naturalmente manca Wolverine, ormai andato in pensione con il selvaggio Logan (uno dei migliori cinecomic su piazza).

X-Men: Dark Phoenix sarà l'ultimo degli X-Men targati Fox, dopo l'acquisizione da parte della Disney. Magari un giorno li vedremo insieme agli Avengers, ma dopo Avengers: Endgame è difficile fare pronostici. Intanto questo ultimo capitolo continua a concentrarsi sulla diversità, sulla necessità di accettarsi nonostante le differenze. Non c'è stata nessuna evoluzione, nessun aggiornamento, nonostante le molte linee narrative, i reboot, I giorni di un futuro passato, la zampata di X - Men: L'inizio.

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Dark Phoenix è un passo indietro, un'avventura che arriva in ritardo di almeno dieci anni. Rinuncia all'epica per privilegiare il gigantismo, gli effetti speciali, i combattimenti infiniti che occupano gran parte dei 106 minuti di durata. Al centro dovrebbero esserci la trasformazione di Jean nella Fenice, i suoi tormenti, gli amori, le amicizie, in un'America che sfrutta e non comprende. Ma la necessità di inserire a tutti i costi un villain (un'algida Jessica Chastain sui tacchi a spillo) fa uscire la vicenda dai binari.

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Sembra di assistere a due episodi di una serie poco armoniosi e molto canonici. Il finale (e forse anche altre sequenze) è stato rimontato perché troppo simile a una recente peripezia Marvel (forse Captain Marvel). Riprese aggiuntive, problemi di post-produzione, addirittura un cambio di look per Jean.

X-Men: Dark Phoenix, in uscita il 6 giugno, è distribuito dalla 20th Century Fox