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Trespass, ovvero il fiasco di Kidman e Cage

I divi protagonisti del nuovo, insopportabile, flop di Joel Schumacher

Trespass - Nicole Kidman e Nicolas Cage

22.11.2011 - Autore: Pierpaolo Festa
Capolinea signori!” Questo è l'avvertimento che Nicolas Cage e Nicole Kidman dovrebbero ascoltare con attenzione alla fine di ogni proiezione di “Trespass”, privata o pubblica.

Il nuovo incubo di Joel Schumacher  è già uscito negli USA con uno scarto di tempo di poche settimane tra la distribuzione nei cinema e quella Home Video. La pellicola è un domestic thriller che vorrebbe sfociare nell’horror strizzando l’occhio al “Funny Games” di Michael Haneke

Nicole Kidman in Trespass

Il risultato è una parodia di quel film, prodotta con verdoni americani e mai coraggiosa, piuttosto ipocrita e moscia. La famiglia americana upperclass, con super villa megatecnologica e con una cassaforte grande quanto la porta d'ingresso, viene presa in ostaggio da un gruppo di rapinatori che definire idioti sarebbe un eufemismo (uno di loro è Cam Gigandet della “Twilight Saga”).

Si ha l’illusione che Schumacher piazzi le sue pedine per alcuni colpi di scena ben innestati, ma “il grande regista di ‘Batman & Robin’” non osa mai stracciare un paio di pagine della sceneggiatura per avventurarsi nell’oscurità con la sua macchina da presa. L’incastro dark, con la possibilità che il personaggio della Kidman sappia più di quanto dovrebbe, va presto a farsi benedire. Ci mettiamo un secondo a capire che i protagonisti sono annoiati o quasi imbarazzati dai loro personaggi. Nessuno ci crede. Mai.

In tempi come questi, prendere di mira i ricchi sfondati - quelli che si accendono i sigari con le banconote di Ben Franklyn ricavate dalla vendita di pietre preziose - bisognerebbe quantomeno sculacciarli un po’. Invece chi finisce preso in giro è lo spettatore. Finale insopportabile e chiuso rapidamente e naturalmente con happy ending forzatissimo. Perfino i pop-corn saranno indigesti.

Nicolas Cage in Trespass

La speranza unica è che Miss Kidman si ricordi che essere la regina del dolore non significa proprio accettare progetti dolorosi. In quanto a Cage, l'unica a questo punto è esercitarsi allo specchio tutte le mattine e ripetere cinquecento volte al giorno la parola "no". In questo modo eviterà di accettare progetti che finiscono per essere commedie involontarie. 

Per saperne di più

Leggete la nostra intervista a Joel Schumacher
Guardate il trailer del film