Questo è “Trespass”, nuova regia di Joel Schumacher interpretata da Nicolas Cage, Nicole Kidman e Cam Gigandet, film realizzato in soli quaranta giorni. "Volevo ritrovare le emozioni di film più piccoli e soddisfacenti come 'Tigerland' o 'In linea con l'assassino' - esordisce Schumacher - film piccoli e girati praticamente in un solo ambiente. Mi piace confrontarmi con queste sfide produttive: provare molto i personaggi e poi girare in fretta con attori collaudati e affidabili." Soltanto che stavolta il piccolo miracolo degli altri film proprio non riesce - mi verrebbe da obiettargli - anche perché gli attori, soprattutto quelli più famosi, collaudati non sembrano proprio...

Schumacher sembra leggermi nel pensiero dal momento che tira fuori un sorriso sardonico e parte a difendere Nicolas Cage: "Guarda che Nic è un grande attore, uno di quegli animali da set, tutto generosità e trovate personali. Poi ha una capacità di immedesimazione nel personaggio che è totalmente fisica, un po' come Bob De Niro". Di nuovo la mia lingua viene frenata dall'istinto: "Sì, come il De Niro frollato degli ultimi anni, non certo quello di 'Taxi Driver' o 'Toro scatenato'!". Stavolta per fortuna non pare aver intuito il mio scetticismo, altrimenti avrei probabilmente dovuto abbandonare l'intervista, e onestamente mi sarebbe dispiaciuto perché Schumacher è una persona tutt'altro che noiosa da ascoltare. La sua visione del cinema e più in generale della vita è rilassata e filosofica, quindi sincera. Ad esempio mi spiazza la sua risposta quando gli chiedo se "Trespass" sia un film sulla paura dell'ignoto: "Tutt'altro spero! Quello che mi interessa raccontare con questo film è che tanto se vogliono colpirti ci riescono comunque, quindi è inutile stare a barricarsi dentro casa vivendo nel terrore, paralizzati dall'idea che fuori la gente è malvagia. Togliamo una buona volta i lucchetti alle porte proviamo a vivere alla giornata, liberi dal condizionamento psicologico che il prossimo voglia per forza farci del male!".

Per questo smaliziato cineasta non si può non provare simpatia, anche adesso che risulta evidente che fare buon cinema non è più una sua priorità. Insomma, se "Trespass" è un thriller che si basa su una sceneggiatura approssimativa e su interpretazioni faticose – a parte un bravo Ben Mendelsohn – e quindi non convince, chiacchierare col suo autore e per vie trasversali anche di massimi sistemi (applicati al cinema da un signore che alla veneranda età di 72 anni sembra godersela eccome) è stata una piccola delizia.
"Trespass", in uscita negli USA il 14 ottobre, non ha ancora un distributore italiano.