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The Fighter affronta la critica USA

La pellicola interpretata da Mark Wahlberg e Christian Bale è un boxing drama già nominato a sei Golden Globe. E adesso i giornalisti oltreoceano lo approvano con qualche riserva

The Fighter - Mark Wahlberg e Christian Bale

20.12.2010 - Autore: P.F.
Uscito negli USA lo scorso weeekend “The Fighter” racconta la storia di Irish Mickey Ward, la sua ascesa sul ring, la caduta e il grande ritorno fino alla conquista del titolo dei pesi Welter nel 2000. Mark Wahlberg (anche produttore del film) interpreta Ward, al suo fianco Christian Bale nei panni del suo fratellastro Dicky Eklund dipendente da droghe ma pronto a ripulirsi per allenarlo e aiutarlo fino al titolo.

Mark Wahlberg in The Fighter

Il film ha entusiasmato la Hollywood Foreign Press Association, ottenendo ben sei candidature ai Golden Globe e adesso la critica USA alza il pollice, ma non troppo. Come fa A.O. Scott sul New York Times: “Questa è una nuova storia su un perdente pronto ad affrontare tutto e tutti per trovare il grande successo - scrive - Di sicuro vince per KO tecnico, ma non riesce fino alla fine ad essere davvero grande”. Chris Vognar del Dallas Morning News lo mette a confronto con i suoi predecessori: “Se ‘Rocky’ è il film sulle seconde occasioni e ‘Toro Scatenato’ preferisce invece un’ulteriore dimensione tragica, allora 'The Fighter' si piazza esattamente tra i due opposti”.

Tutti i critici però si sono trovati d’accordo sulle performance degli attori: “La recitazione è davvero naturale e toccante – scrive Roger Moore sull’Orlando Sentinel - uno di quei rari film in cui ogni attore lascia lo spettatore in uno stato di ammirazione”. Secondo Mick Lasalle del San Francisco Chronicle si tratta “delle migliori interpretazioni dell’anno”.

Christian Bale e Mark Wahlberg in The Fighter

La pellicola diretta da David O. Russell, in uscita in Italia a marzo (distribuita da Eagle), ha raggiunto l'89% dei gradimenti su Rotten Tomatoes. Il guru Roger Ebert, però, ha assegnato al film solo due stellette e mezzo su quattro, sostenendo che manca di passione: “Le scene di lotta non sono viscerali come quelle di ‘Toro scatenato’, ‘Rocky’ o ‘The Wrestler’, ma sono create apposta per giornalisti sportivi o fan. Dal momento che lo spettatore non è fino in fondo coinvolto da Mickey, alla fine non gli importa quanto dovrebbe e il film che finisce con una scena di trionfo, sembra in realtà concludersi in maniera molto semplice”.

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