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The Cloverfield Paradox, la recensione del film appena uscito su Netflix

Il terzo capitolo della saga prodotta da J.J. Abrams tira le fila e si ricollega al primo

The Cloverfield Paradox

05.02.2018 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Quella di Cloverfield è, se escludiamo gli universi condivisi dei supereroi, l'unica saga cinematografica antologica esistente. Tre film, tre storie diverse seppur “contigue”, più nella vena di un Black Mirror o un Ai confini della realtà che di un classico franchise. Eppure, arrivati al terzo film, lo sforzo della Bad Robot di J.J. Abrams di andare oltre alla semplice comunanza tematica ed entrare in territorio “universo esteso” diventa evidente. Perché The Cloverfield Paradox, piombato a sorpresa su Netflix nelle scorse ore (una mossa perfettamente in linea con lo stile di Abrams), è molto più legato al primo Cloverfield rispetto al precedente 10 Cloverfield Lane e, una volta conclusa la visione, si ha un'idea abbastanza precisa di cosa stia accadendo e della direzione in cui potrebbero andare i prossimi capitoli.
 
Dire di più sarebbe spoilerare e rovinare un film che fa del mistero la sua spina dorsale. In The Cloverfield Paradox (precedentemente intitolato La particella di Dio), una crew di astronauti a bordo di una stazione spaziale avveniristica ha il compito di far funzionare un acceleratore di particelle, che potrebbe risolvere la crisi energetica che sta per spedire il mondo nella terza guerra mondiale. Ovviamente l'acceleratore funzionerà e altrettanto ovviamente aprirà le porte a una serie di eventi inspiegabili che i protagonisti dovranno riuscire a comprendere per risolvere la situazione.

 
Il film, diretto dal nigeriano Julius Onah con piglio hollywoodiano da manuale, è un film migliore di 10 Cloverfield Lane, anche se è talmente diverso da rendere difficile un paragone. Siamo più dalle parti del recente Life – Non oltrepassare il limite, e dunque di tutta quella stirpe di film di fantascienza horror claustrofobica derivata da Alien. Ma se Life era un figlioccio di Alien che guardava alla hard sci-fi, la fantascienza realistica e plausibile, The Cloverfield Paradox torna un po' indietro e guarda ai modelli classici. Sembra un film scritto e diretto una ventina di anni fa, non fosse che gli effetti speciali sono inconfondibilmente moderni: ad esempio, nella stazione spaziale c'è la gravità artificiale, a differenza dell'assenza di gravità di Life. E il gergo usato a volte è abbastanza naif, come quando i personaggi utilizzano la parola “dimensioni” per riferirsi alle realtà parallele del multiverso. Sono dettagli, ma bastano a dipingere l'affresco di un film che non ha alcuna intenzione di dire cose nuove – a partire da scenografie curatissime ma che difficilmente stupiscono – ma preferisce dire molto bene cose già dette da altri.
 
In sostanza, siamo di fronte a un horror/sci-fi iper-classico, tradizionalista, a tratti prevedibile, eppure costruito con una tale padronanza del mezzo, dei tempi, degli equilibri e della progressione della storia e della suspense, da renderlo una visione molto piacevole. Anche il cast variopinto e ben selezionato – che include Gugu Mbatha-Raw, David Oyelowo, Daniel Bruhl, Zhang Ziyi ed Elizabeth Debicki – fa il suo dovere.

 
Se mai dove il film mostra un po' la corda è proprio nelle scene di “raccordo” tra questo capitolo e il Cloverfield originale, che sembrano inserite a posteriori in una storia che funzionerebbe comunque senza bisogno di altro. E probabilmente è proprio così, perché Abrams deve aver acquisito una sceneggiatura pre-esistente, adattata all'occorrenza. Ma è una cosa normale a Hollywood, e dopo tutto non disturba più di tanto la narrazione.
 
Siamo ben distanti dalla forza prorompente del primo, sottovalutato capitolo, che aveva unito found footage e film di mostri giapponesi in un mix inedito e moderno. Al terzo episodio siamo già ampiamente rientrati nel classico, ma ciò non toglie che le implicazioni di questo film non possano aprire la strada a un quarto capitolo più libero da schemi.
 
The Cloverfield Paradox è attualmente disponibile su Netflix.