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Source Code - La nostra recensione

Il regista di "Moon", Duncan Jones, torna con un solido thriller fantascientifico, interpretato da un convincente Jake Gyllenhaal

Source Code - Jake Gyllenhaal e Michelle Monaghan

30.04.2011 - Autore: Adriano Ercolani
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Un treno in entrata a Chicago esplode distrutto da un ordigno nascosto al suo interno. Il soldato Colter Stevens (Jake Gyllenhaal) può evitare questo disastro entrando continuamente nel corpo di una delle vittime otto minuti prima che la tragedia abbia luogo. Nei vari tentativi per individuare il posizionamento dell’ordigno e soprattutto il terrorista che l’ha piazzato, Stevens scoprirà anche l’umanità dei passeggeri di quel treno, vittime predestinate, e inquietanti questioni riguardanti anche la sua situazione.

Jake Gyllenhaal è Colter Stevens

Il passaggio dal budget bassissimo del folgorante esordio di “Moon” ad una produzione più sostenuta – ma comunque non gigantesca – non ha assolutamente impedito al regista Duncan Jones di continuare a proporre la sua idea molto specifica di cinema fantascientifico. Come nell’altro lungometraggio, anche stavolta il cineasta punta ad una messa in scena assolutamente minimalista, con ambienti chiusi e claustrofobia. La reiterazione di volti, situazioni, atmosfere è la cifra stilistica su cui Jones decisamente vuole puntare, e anche in questo “Source Code” il gioco gli riesce perfettamente. Si, perché invece di effetti speciali e scene grondanti spettacolarità, il thriller sceglie di puntare su una storia magari anche risaputa ma organizzata a dovere, dove alla fine ciò che conta maggiormente è la definizione  delle psicologie, dei sentimenti e dei personaggi. E’ ovvio che si tratta di un film maggiormente “mainstream” rispetto a quel piccolo grande gioiello che era “Moon”, ma confrontarsi con una produzione più grande e quindi con un pubblico maggiore non ha assolutamente intaccato la poetica e la creatività di Jones.

Michelle Monaghan e Jake Gyllenhaal in una scena del film

Man mano che ci addentriamo nello snodo della trama di “Source Code”, infatti, a risaltare non è tanto la risoluzione della stessa, quanto la poesia e la triste delicatezza con cui vengono fuori i ritratti del soldato Colter Stevens (un convincente Jake Gyllenhaal), della gentile Christina (dolcissima Michelle Monaghan), della risoluta ma umana Goodwin (la sempre tagliente Vera Farmiga). Esseri umani scritti e rappresentati con sorprendete empatia, velati di una malinconia che è davvero difficile trovare in un prodotto che comunque punta ad essere di genere. Duncan Jones organizza quindi uno spettacolo che intrattiene e riesce allo stesso tempo a intenerire. Il suo passaggio al cinema di intrattenimento è senza dubbio riuscito, soprattutto perché è stato in grado di inserire con coerenza ed eleganza la sua idea molto precisa di cinema. 

Vera Farmiga e Jeffrey Wright in una scena

Source Code” sarà distribuito nei cinema dalla 01 Distribution a partire dal 29 aprile.

Per saperne di più
Il trailer del film
Photostory: Otto minuti per vivere