
Dal canto suo Gyllenhaal, spiritoso e con il gusto per la battuta, ma anche molto attento ai concetti che esprime (lui e sua sorella sono tra i pochi attori che un giornalista ascolterebbe per ore, tanto sono brillanti e preparati) ha fortemente voluto Jones nel progetto: “Scelgo i film per una miriade di ragioni diverse. Ogni volta c’è qualcosa che dentro di me mi dice di farlo. Quando ho visto 'Moon', dopo i primi venti minuti mi sono detto: non ha importanza come andrà a finire, ma voglio essere nel prossimo film di questo regista”.
Anche “Source Code” è stato girato quasi interamente in interni e si avvale di un cast limitato. “Esigenze di budget, ho avuto solo cinque milioni di dollari”, scherza il regista. Ma la verità è che anche con pochi mezzi Duncan Jones ha saputo mettere in piedi una storia di fantascienza di livello altissimo. Non a caso, egli stesso dichiara di amare molto la letteratura di Philip K. Dick e J.G. Ballard, e per rispondere a una domanda dalla platea fa il saluto vulcaniano... Uno che la fantascienza di qualità la mangia a colazione, insomma. “Le migliori storie di fantascienza per me sono quelle che si concentrano sull’individuo e su come le persone vengono influenzate dal mondo in cui si trovano. Non è tanto l’aspetto della tecnologia a contare”.

Il film solleva inevitabili polemiche sulle sperimentazioni militari, su eventuali dietrologie, ma Duncan rassicura che in lui non c’è alcun sentimento antimilitarista: “Ho un gran rispetto per tutte quelle persone che mettono in pericolo la loro vita per proteggerne altre. Non ho inteso questa storia come un giudizio negativo verso le forze militari. In Source Code abbiamo proprio il personaggio che ha fatto la sua parte, ha dato il suo contributo alla patria e non gli è stato dato ciò che gli spettava”.
Gyllenhaal, da sempre impegnato socialmente, dà una risposta strutturata: “I miei sentimenti verso qualsiasi tipo di violenza sono sempre gli stessi: la considero assolutamente non necessaria. Durante la promozione di questo film, mi hanno fatto molte domande. Per esempio cosa farei se potessi rivivere dieci minuti della mia vita. Senza offendere nessun giornalista, lo trovo assurdo, considerato tutto quel che accade nel mondo. Questo film parla del poter tornare indietro per bloccare una catastrofe, non per rivivere un momento a piacere. Quindi sì, mi piacerebbe se ci fosse davvero un programma così, se potesse davvero mandare indietro qualcuno a fermare quell’aereo l’11 settembre, o a entrare in quegli edifici per farli evacuare, o nell’impianto nucleare in Giappone, nel corpo di un leader politico o comunque di qualcuno di molto più intelligente di me per bloccare una qualche catastrofe”.
"Source Code" sarà distribuito dalla 01 Distribution a partire dal 29 aprile
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Photostory: otto minuti per vivere
Il trailer del film