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Serenity con McConaughey e Hathaway, abbiamo già uno dei film più imbarazzanti del 2019 (Recensione)

Dopo Locke, Steven Knight torna alla regia con un noir che sembra uscito dritto dal 2000

Serenity

28.02.2019 - Autore: Marco Triolo
Da una parte Steven Knight, sceneggiatore quotatissimo e regista di un thriller perfetto come Locke. Dall'altra Matthew McConaughey, attore che si è riscattato da una carriera a petto nudo arrivando a vincere l'Oscar con Dallas Buyers Club. Il loro incontro avrebbe dovuto generare scintille. Ma allora che è successo?
 
Perché Serenity, film che vede protagonisti McConaughey e Anne Hathaway, è quello che la critica americana definirebbe, con gusto per il melodramma, un “incidente ferroviario”. Parte come un noir su una proposta indecente, fatta da una dark lady a un uomo tutto sommato onesto (“Aiutami a uccidere mio marito e ti darò dieci milioni di dollari”), e finisce come qualcosa di completamente diverso. A un certo punto c'è infatti il tanto temuto twist, che ribalta completamente il senso di quello che stiamo vedendo. E dovrebbe essere un colpo di scena geniale, che rimette in discussione il film per farci riflettere sul senso stesso della vita. Un'ambizione smodata che si schianta contro una scrittura legnosa, personaggi stereotipati che sembrano usciti da un episodio dei Simpson e, soprattutto, una trovata che sarebbe stata datata già nel 2000.

 
 
Matthew McConaughey interpreta Baker Dill, pescatore che vive su un'isola della Florida e, per sbarcare il lunario, porta al largo ricconi che si vogliono divertire pescando tonni. A fargli da assistente c'è l'amico Duke (Djimon Hounsou), con cui Baker ha un rapporto conflittuale. Ma nel passato del protagonista si nasconde qualcosa: Baker Dill non è il suo vero nome, e ha avuto un figlio da una vecchia fiamma che ora torna nella sua vita chiedendogli di uccidere il suo violento marito (Jason Clarke) in cambio di denaro. Baker accetta, sia perché è al verde sia perché vuole salvare la vita di suo figlio Patrick (Rafael Sayegh). Ma niente è (letteralmente) come sembra.
 
Gli indizi sul fatto che le cose non andranno nella direzione che ci viene fatta intendere all'inizio sono molti. Forse anche troppi. Knight costruisce un mondo chiuso, dove tutti sanno tutto di tutti. Una comunità che dovrebbe risultare asfissiante e che invece fa solo sorridere per il modo maldestro in cui sono scritti i comprimari, figurine senza spessore che strizzano di continuo l'occhio allo spettatore e fanno da contorno a protagonisti altrettanto piatti. Come è possibile che Serenity fallisca proprio nella scrittura, quando a scriverlo è uno che ha lavorato per Cronenberg (La promessa dell'assassino) e ha scritto Taboo e Millennium? La storia ha provato che Steven Knight, quando non è proprio convintissimo per progetto (Il settimo figlio, Amore, cucina e curry) può sbagliare mira. Ma qui è anche regista, questo è il film che avrebbe dovuto consacrarlo dopo Locke.



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L'attrattiva numero uno di Serenity è il ritorno della coppia di Interstellar, McConaughey e Hathaway. Ma anche qui si resta delusi: il primo, dopo il riscatto clamoroso di qualche anno fa, ha fatto tutto il giro ed è tornato a recitare senza maglietta, in una performance che sembra una auto-parodia dei suoi ruoli migliori. Dal modo in cui si muove, al modo in cui fuma la sigaretta e in cui interagisce con gli altri attori: tutto è già visto. E, per un attore che ha fondato la sua rinascita sulla voglia di stupire il pubblico, è un segnale preoccupante. La seconda ha vinto un Oscar con Les Misérables ma dopo ha proseguito tra alti e bassi. Insieme, qui, non hanno alchimia, neppure nella breve scena di sesso che dovrebbe rappresentare l'esplosione di una vecchia passione repressa.
 
Serenity risulta noioso in quanto thriller, datato in quanto a mix di generi e pretenzioso nel voler parlare dei massimi sistemi senza esserne in grado. Vorrebbe essere un film sulla famiglia, su un padre disposto a tutto pur di proteggere il figlio e assumersi finalmente le sue responsabilità, smettendo di scappare. Esattamente come in Locke. Ma a differenza di Locke, Knight non riesce a trovare il perfetto matrimonio tra temi e messa in scena, consegnandoci un'opera che sa di vecchio.
 
Serenity sarà distribuito in Italia da Lucky Red.