Amicizia, amore, perdita dell’innocenza, morte. C’è di tutto e di più in Questi giorni di Giuseppe Piccioni, terzo film italiano a essere presentato in concorso a Venezia 73. Il road movie di Piccioni segue il viaggio di quattro amiche, che stanno accompagnando una di loro, Caterina (Marta Gastini) a Belgrado, dove ha trovato lavoro come cameriera. Tra loro c’è Liliana (Maria Roveran), che ha appena scoperto di essere malata di cancro.
Piccioni segue le sue quattro protagoniste con attenzione e una certa naturalezza, il che è forse il pregio maggiore di questo film. I dialoghi raramente risultano forzati, e più spesso invece assistiamo a scambi e giochi, sia linguistici che di mimica, che assomigliano molto più alla vita reale che a convenzioni cinematografiche. Le protagoniste sono tutte attrici giovani e poco note, e quindi inevitabilmente Piccioni sceglie di affidarsi a Margherita Buy e Filippo Timi per riempire i due più importanti ruoli di contorno, quelli della madre e del relatore di Liliana, e di Sergio Rubini in un divertito cameo nel ruolo del padre di una delle sue amiche.
Il risultato è un film dignitoso, una riflessione su temi importanti – su tutti il passaggio dell'età e l'incertezza verso il futuro – gestita con abbastanza leggerezza da non diventare asfittica. Non si va oltre questo, non si tocca mai la poesia propriamente detta che, come troppo spesso accade nel cinema italiano, è confinata a brevi battute in voce off che risultano più dei tentativi maldestri di essere poetici. Non aiuta l'eccesso di finali, il bisogno ingiustificato – e dannoso, trattandosi di un film sull'incertezza – di chiudere tutti i fili senza lasciare nulla all'immaginazione dello spettatore. Se si fosse scelto di tagliare gli ultimi venti minuti di film, ci troveremmo certamente di fronte un'opera più misurata e puntuale.
Questi giorni, in uscita il 15 settembre, è distribuito da BIM.
