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Recensione: Brutti e cattivi, la rinascita del genere italiano continua

Claudio Santamaria alla guida di un gruppo di freaks sporchi e volgari nell'esordio di Cosimo Gomez. Una storia violenta e divertentissima

Brutti e cattivi

07.09.2017 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Sporchi, volgari, violenti, affamati di rivalsa. Gli anti-eroi del regista esordiente Cosimo Gomez (autore della sceneggiatura insieme a Luca Infascelli) sono la feccia dell'umanità. E la salvezza del cinema italiano.
 
Diciamolo subito: Brutti e cattivi è diseguale. Parte molto meglio di come finisce, a metà circa ha esaurito parte della spinta iniziale per colpa di una serie di svolte di sceneggiatura che, per quanto imprevedibili, ammazzano un po' la gioia del racconto. Ma, a parte questo difetto, il film di Gomez rientra nel solco della timida rinascita del genere italiano, pur non appartenendo a nessun genere in particolare. Anzi, si avvicina molto più allo stile sopra le righe di Alex de la Iglesia, nel suo giocare divertito con più generi, mescolandoli per creare una visione d'autore unica.
 
Brutti e cattivi vede nuovamente Claudio Santamaria in un ruolo memorabile, quello di Papero, ex fenomeno da baraccone circense (è nato senza gambe) che ora vive di espedienti nella periferia di Roma e convive con una ragazza (Sara Serraiocco) senza braccia, eppure bellissima. Insieme a loro vive anche Merda (un Marco D'Amore irresistibile e completamente diverso rispetto a Gomorra), vero nome Giorgio Armani, fattone rasta che aiuta Papero durante la giornata. I tre, con l'aiuto di Plissé (Simone Martucci), nano esperto in casseforti, ideano un piano per rubare quattro milioni di euro. La rapina ha successo, ma da quel momento in poi le cose vanno malissimo per tutti, in un'escalation di violenza e colpi di scena.
 
La prima cosa che salta all'occhio, vedendo Brutti e cattivi, è l'estrema cura della confezione. Una palette di colori saturi e un sound design di ottimo livello fanno sì che il film di Gomez abbia un aspetto “internazionale”. Poi ci si rende conto che anche scrittura e regia sono state limate per bene. Gomez dimostra di saper lavorare nei ritmi del “caper movie”, il cinema sui colpi e le rapine, e ha scritto una galleria di personaggi esilaranti e iconici. Sa guardare a questi freaks con occhi pieni di affetto e mai dall'alto in basso. C'è amore per i reietti, e questo è il maggiore successo del film.
 
Purtroppo, come detto, la sceneggiatura è diseguale e si perde a circa metà film. Non che Brutti e cattivi si guasti del tutto, anzi: resta un'opera molto piacevole dall'inizio alla fine. Ma la cattiveria esasperata della prima metà lascia spazio a un tono da favola surreale che non si sposa alla perfezione con gli intenti iniziali. In ogni caso, siamo di fronte a un altro piccolo miracolo italiano, e speriamo davvero che si continui su questa strada. Gomez è il nuovo nome da tenere d'occhio in questo panorama di giovani attori che sono stanchi del manierismo autoriale italiano e cercano di arrivare al cuore della società italiana moderna anche a costo di scoperchiarne i segreti più sordidi.
 
Brutti e Cattivi arriverà in sala il 19 ottobre da 01 Distribution.