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Anche un reboot, remake, sequel che dir si voglia, quando viene ideato e realizzato con un minimo di intelligenza e competenza può rivelarsi spettacolo di intrattenimento godibile. Lo conferma questo nuovo appuntamento cinematografico con gli invincibili alieni da battaglia, cominciato nel 1987 con il cult-action “Predator” di John McTiernan. L’idea di base di questo nuovo film, prodotto da Robert Rodriguez (leggete qui la Q&A col regista) e diretto da Nimród Antal, è quella intelligente di ripartire proprio dall’originale, sfruttandone in maniera subliminale sia la trama che soprattutto l’ambientazione, quello che poi si presenta immediatamente come la carta vincente anche di “Predators”. Il gruppo di “signori della guerra” sperduti nella giungla che si trovano ad affrontare i giganteschi e sadici cacciatori, trasformandosi quindi da predatori in prede, è sostanzialmente quella del film di McTiernan, aggiornata secondo le necessità più spettacolari del cinema odierno.
“Predators” inizia con una scena davvero coinvolgente: i primissimi minuti sono cinema enigmatico, affascinante, che garantisce immediatamente un’attenzione ed un interesse fuori dal comune per questo tipo di produzioni di consumo più commerciale. Purtroppo questa premessa viene dilatata a dismisura in un incipit lungo ed eccessivamente debitore alle atmosfere ed all’estetica di una serie TV di culto come “Lost”. In questo modo un lungometraggio che era cominciato in maniera avvincente diventa fastidiosamente derivativo. Poi però la caccia all’uomo finalmente parte, ed il film di Antal diventa un action fantascientifico che sa sfruttare con perizia il genere e appunto la bellezza dei luoghi in cui è ambientato. Da quel momento la sceneggiatura si trasforma in puro canovaccio per le sequenze più spettacolari, che vengono però inserite in un contesto narrativo che si rivela stranamente logico e funzionale per questo tipo di produzioni, ormai sempre più votate all’accumulo di effetti speciali mal sorretti da una trama “forte”.
Ed invece “Predators” funziona come giocattolone che contiene una sua logica interna: si sa esattamente cosa succederà, si sa esattamente quali sono le regole della partita, eppure le si segue con interesse, supportati da un ritmo di esposizione che in pochissimi momenti scende di efficacia.
Insomma, da “Predators” ci aspettavamo una sorta di “sparatutto” senza molta anima ed invece ci siamo trovati di fronte ad un film abbastanza intelligente, o meglio furbo: sfruttando infatti il meglio di quanto questa saga ha potuto offrire in passato, in particolar modo nel primo episodio, Rodriguez e Antal hanno dato nuova linfa al franchise. Speriamo che il botteghino premi sufficientemente l’operazione comunque abbastanza rischiosa, vista l’usura e lo svuotamento che un personaggio come il Predator ha subito nel corso degli anni.
La pellicola è distribuita dalla 20th Century Fox
A seguire, la vignetta del nostro Marco Triolo: "Adrien Brody e Laurence Fishburne nel pianeta dei Predators... ma hanno qualcosa di più preoccupante a cui pensare..."
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Predators - La nostra recensione
Un film abbastanza intelligente, o meglio furbo: sfruttando il meglio di quanto questa saga ha potuto offrire in passato, in particolar modo nel primo episodio, Rodriguez e Antal hanno dato nuova linfa al franchise.
13.07.2010 - Autore: Adriano Ercolani