Predators
Un gruppo di guerrieri ben addestrati tenta una lotta all'ultimo sangue con alcuni membri di una spietata razza aliena, nota come Predators..
di Adriano Ercolani
Anche un reboot, remake, sequel che dir si voglia, quando viene ideato e
realizzato con un minimo di intelligenza e competenza può rivelarsi
spettacolo di intrattenimento godibile. Lo conferma questo nuovo
appuntamento cinematografico con gli invincibili alieni da battaglia,
cominciato nel 1987 con il cult-action “Predator” di John
McTiernan. L'idea di base di questo nuovo film, prodotto da Robert Rodriguez (leggete qui la Q&A col regista) e diretto da Nimród Antal,
è quella intelligente di ripartire proprio dall'originale,
sfruttandone in maniera subliminale sia la trama che soprattutto
l'ambientazione, quello che poi si presenta immediatamente come
la carta vincente anche di “Predators”. Il gruppo di “signori della
guerra” sperduti nella giungla che si trovano ad affrontare i
giganteschi e sadici cacciatori, trasformandosi quindi da predatori in
prede, è sostanzialmente quella del film di McTiernan, aggiornata
secondo le necessità più spettacolari del cinema odierno.
“Predators” inizia con una scena davvero coinvolgente: i
primissimi minuti sono cinema enigmatico, affascinante, che garantisce
immediatamente un'attenzione ed un interesse fuori dal comune per questo
tipo di produzioni di consumo più commerciale. Purtroppo
questa premessa viene dilatata a dismisura in un incipit lungo ed
eccessivamente debitore alle atmosfere ed all'estetica di una serie TV
di culto come “Lost”. In questo modo un lungometraggio che era
cominciato in maniera avvincente diventa fastidiosamente derivativo. Poi
però la caccia all'uomo finalmente parte, ed il film di Antal diventa
un action fantascientifico che sa sfruttare con perizia il
genere e appunto la bellezza dei luoghi in cui è ambientato. Da
quel momento la sceneggiatura si trasforma in puro canovaccio per le
sequenze più spettacolari, che vengono però inserite in un contesto
narrativo che si rivela stranamente logico e funzionale per questo tipo
di produzioni, ormai sempre più votate all'accumulo di effetti speciali
mal sorretti da una trama “forte”.
Ed invece “Predators”
funziona come giocattolone che contiene una sua logica interna: si
sa esattamente cosa succederà, si sa esattamente quali sono le regole
della partita, eppure le si segue con interesse, supportati da un ritmo
di esposizione che in pochissimi momenti scende di efficacia.
Insomma, da “Predators” ci aspettavamo una sorta di “sparatutto” senza
molta anima ed invece ci siamo trovati di fronte ad un film
abbastanza intelligente, o meglio furbo: sfruttando infatti il
meglio di quanto questa saga ha potuto offrire in passato, in particolar
modo nel primo episodio, Rodriguez e Antal hanno dato nuova linfa al
franchise. Speriamo che il botteghino premi sufficientemente
l'operazione comunque abbastanza rischiosa, vista l'usura e lo
svuotamento che un personaggio come il Predator ha subito nel corso
degli anni.