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L'ultimo dei Templari - La nostra recensione

Nicolas Cage è impegnato nell'ennesimo ruolo alimentare in questo action-horror diretto da Dominic Sena. Tra buone atmosfere e un finale che rovina tutto

L'ultimo dei Templari - Ron Perlman, Nicolas Cage

15.06.2011 - Autore: Marco Triolo
Non fatevi ingannare dal titolo: ne “L'ultimo dei Templari”, di Templari non ce ne sono. Il titolo italiano è solo un mezzuccio per attirare tutti gli appassionati de “Il mistero dei Templari” e de “Il codice Da Vinci” verso un film che probabilmente, con le grosse uscite di queste settimane, verrebbe completamente ignorato. Restando in tema di titoli, sarebbe stato più opportuno tradurre l'originale “Season of the Witch” in “La stagione della strega”, visto che di questo il film parla: di stregoneria.

Nicolas Cage con Stephen Campbell Moore e Ulrich Thomsen

Dominic Sena passa dai bolidi ai cavalli in questo action/horror di ambientazione medievale, interpretato da un cast di tutto rispetto che comprende Christopher Lee (in un breve cameo), Stephen Graham, Ulrich Thomsen, e naturalmente Nicolas Cage e Ron Perlman. Se Perlman è sempre un grande piacere da guardare, Cage stavolta non disturba, anche se si prodiga nell’ennesimo ruolo “alimentare” interpretando Behmen, un crociato che ha deciso di disertare dopo aver sparso troppo sangue innocente per conto della Chiesa. Ma lui e il suo compagno d’armi Felsen cadono presto in mano alle autorità ecclesiastiche, che offrono loro un patto: se aiuteranno il giovane padre Debelzaq a scortare una strega fino a una lontana abbazia, dove dovrà essere arsa viva per debellare una lunga pestilenza, saranno liberati.

Claire Foy è la strega

Dopo un inizio che stenta a decollare, appesantito da interminabili battaglie popolate da eserciti realizzati con la peggiore CGI e da croma key pagati con i soldi avanzati dal catering, Sena riesce incredibilmente a ingranare la marcia e crea una discreta atmosfera tra l’epico e il lugubre, a partire dall’affascinante scena in cui i due protagonisti giungono nella cittadella devastata dalla peste. Il film si muove a grandi passi verso l’azione, che puntuale arriva con l’inizio della missione verso l’abbazia. Il regista gioca inizialmente sull’ambiguità – la ragazza sarà davvero una strega, o si tratta solo dell’ennesimo caso di fanatismo religioso? – ma poi decide di sciogliere ogni dubbio e spinge il pedale dell’orrore. Tra una inquietante sequenza ambientata in una fossa comune e un attacco di lupi indemoniati nel folto di un’oscura foresta, ce n’è abbastanza da tenere viva l’attenzione degli spettatori.

Cage insieme a Stephen Campbell Moore e Ron Perlman

Ma poi qualcosa si spezza: nel momento esatto in cui i nostri eroi giungono nell’abbazia, ha inizio una sequela di eventi e situazioni talmente prevedibili da rovinare il film completamente. Tutta l’atmosfera viene gettata nello scarico, e il parco uso di effetti speciali lascia spazio a orge di creature al computer che sembrano uscite da un horror di serie B del decennio scorso, talmente sono realizzate in fretta e furia e senza la minima cura. Se da un lato è dunque evidente lo sforzo del regista di costruire un film di avventure basato su una serie di suggestioni anche fascinose, dall’altro è ancora più lampante l’intento dello Studio, che ha preso la pellicola, l’ha riempita di roboanti mostri in CGI e l’ha data in pasto a un pubblico che, almeno così si pensa, non può sopravvivere senza botti e fuochi d’artificio assortiti. Un vero peccato.

L'ultimo dei Templari” sarà distribuito da Medusa il 15 giugno

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