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Lo streaming del weekend - Il re della polka, la recensione del film con Jack Black disponibile su Netflix

Jack Black

05.10.2018 - Autore: Gian Luca Pisacane
Il sogno americano nella sua versione più nera, quando da favola si trasforma in incubo. “Tutti vorremmo vivere negli Stati Uniti. Io voglio essere uno di voi”. Parola di Jan Lewandowski, in arte Lewan. Lui è nato in Polonia durante l’occupazione tedesca, nel 1941. La sua aspirazione era di fare l’artista, di creare una band che suonasse la polka, musica popolare. Girò il mondo, dall’Irlanda all’Egitto, dall’Ucraina a Israele, per poi stabilirsi in Pennsylvania. Qui decise di fondare un impero basato sull’inganno. Utilizzò quello che gli esperti chiamano schema Ponzi, ovvero una truffa a piramide, che si basa sulle donazioni (non dichiarate allo Stato) degli investitori. L’obiettivo è attirare sempre più vittime, per aumentare gli interessi di chi è entrato nel giro per primo.

Su Lewan sono stati realizzati due documentari: Mystery of The Polka King (per la televisione) e The Man Who Would Be The Polka King (disponibile su Netflix). È proprio a quest’ultimo che si ispira Il re della polka. Il film si apre con Lewan in bolletta, già in Pennsylvania, alla frenetica ricerca di un modo per pagare i debiti e continuare a suonare.



La suocera lo stressa, la moglie vorrebbe sentirsi realizzata, e lui è bloccato in una morsa. Lewan sembra agire in buona fede. Non si rende conto di aver messo in piedi un imbroglio: è molto furbo, ma allo stesso tempo ingenuo. I registi Maya Forbes e Wally Wolodarsky si schierano dalla sua parte, puntano sulla simpatia e sui toni da commedia. Anche se qualche perplessità sul personaggio rimane, è il carisma di Jack Black a essere travolgente.

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Black dimostra ancora una volta di avere un talento multiforme, sfaccettato. Infonde a Lewan una cascata di ottimismo, spinge il pubblico a stare dalla sua parte, a sostenerlo, nonostante non sia proprio un santo (per far diventare la moglie una reginetta di bellezza, corrompe un giudice). In ogni caso è un gran lavoratore, un uomo disposto a tutto pur di non far affondare la sua attività. Organizza addirittura un viaggio per l’Europa “sulle orme del Papa”, che si conclude in Vaticano con un incontro privato col Santo Padre. Una storia incredibile.



Jack Black offre una delle prove più convincenti della sua carriera. Sul palcoscenico canta con sicurezza, da vero showman (sembra di essere tornati ai tempi di School of Rock, quando con un gruppo di ragazzini scatenati metteva in scena un vero spettacolo da rockers). Si conferma un mattatore, un vero re della polka. Presta tutta la sua carica di simpatia a un artista che cerca di proteggere la famiglia, di essere un buon padre, di soddisfare tutti, anche se nel modo sbagliato. I colori accessi delle performance con la band si contrappongono al grigiore del mondo attorno al suo negozio di souvenir. In fondo Lewan è solo, con le sue ambizioni, che rischiano di schiacciarlo. Il re della polka è disponibile su Netflix.