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Lo streaming del weekend – Cargo, Martin Freeman combatte gli zombie su Netflix

La storia di un padre che tenta di proteggere la figlia nel mezzo di un'apocalisse zombie. Un piccolo film non troppo originale ma riuscito

Cargo

26.05.2018 - Autore: Marco Triolo
Diciamo la verità: i film di zombie hanno un po' rotto le scatole. Sul versante televisivo, The Walking Dead sta faticando a rinnovarsi da tempo, mentre al cinema il filone dei morti viventi ha tentato alcune strade per svecchiare le premesse, ma con scarso successo. Tra zombie lenti e veloci cambia poco, gli zombie innamorati non convincono, gli zombie comici sono proprio un'altra cosa. Il genere ideato da George Romero con La notte dei morti viventi ha regole talmente ferree da non poter sopravvivere a lungo. Romero usava i morti come metafora sociale e politica ma, una volta spogliati di questo, gli zombie non sono affascinanti come i vampiri, non hanno grande spazio di manovra perché non sono senzienti e sono dunque condannati a ripetersi in eterno.

 
Detto questo, i film piacevoli nel filone non mancano. Basta una piccola idea per rendere digeribile una premessa stravista, ed è questo il caso di Cargo. Il film originale Netflix, diretto da Yolanda Ramke e Ben Howling a partire da un loro corto, trova una chiave di lettura abbastanza intima da funzionare. La storia è quella di un padre (il sempre più impegnato Martin Freeman) pronto a tutto pur di salvare la figlia piccola nel mezzo del deserto australiano e di un'apocalisse zombie.
 
Ramke e Howling hanno due ottime idee. La prima è quella di dare per scontato che tutti sappiano come funziona un'apocalisse zombie. Con pochi tocchi e in pochissime scene ci danno un'idea abbastanza precisa del mondo in cui si svolge il film, dell'evolversi dell'infezione che porta le persone a trasformarsi in bestie cannibali (se siano morti redivivi o semplici infetti non è chiaro, ma non importa) e riescono anche a inserire qualche dettaglio inedito alla figura dello zombie. L'altra grande idea è quella di non raccontare, come al solito, figure di sopravvissuti vincenti, che imparano a usare le armi come fossero tiratori scelti e riescono a cavarsela in ogni situazione. Qui i protagonisti sono persone qualunque e le cose vanno male. Vanno molto male. Sin dal primo momento.

 
Cargo è un road movie al ritmo della più classica corsa contro il tempo. Andy (Freeman) incontra sulla sua strada vari personaggi che fanno deviare la trama, lo ostacolano o lo aiutano nella sua missione. Ma soprattutto incontra Thoomi (Simone Landers), una bambina aborigena con cui stringe un fortissimo legame di amicizia e di cui diventa una sorta di padre surrogato, o fratello maggiore. La loro interazione è talmente riuscita, a livello di scrittura e recitazione, da arrivare a commuovere in un finale inevitabilmente agrodolce.
 
Cargo non è niente di nuovo, non rivoluzionerà di certo il filone zombie né lo potrà rivitalizzare (scusate la battuta) più di tanto. Ma trova una sua voce intima e personale e per questo vince.