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Lo Hobbit 3: “Forse il più divertente della saga”

La stampa internazionale accoglie abbastanza favorevolmente La battaglia delle cinque armate, capitolo finale della trilogia di Peter Jackson

Lo Hobbit: La battaglia delle cinque armate

02.12.2014 - Autore: Marco Triolo
“Potrebbe essere il più divertente di tutta la serie”. “Peter Jackson conosce la Terra di Mezzo come John Ford conosceva la sua Monument Valley”. “Un finale appropriato per una serie che ha trasformato il ruolo di Tolkien nella cultura popolare”.

La stampa internazionale ha accolto piuttosto favorevolmente Lo Hobbit: La battaglia delle cinque armate, capitolo finale della trilogia di Peter Jackson e non solo: sua ultima visita alla Terra di Mezzo dopo sei film che hanno ridefinito il volto del cinema spettacolare hollywoodiano (anzi, neozelandese). Dopo tredici anni e 1031 minuti, l'esalogia è compiuta e si conclude con un capitolo che, tradendo il testo originale, mostra in tutta la sua spettacolarità la battaglia dei cinque eserciti di nani, elfi, umani e orchi che si fronteggiano sulla Montagna Solitaria per reclamare il tesoro di Erebor, liberato dall'ingombrante presenza del drago Smaug. Con i suoi 144 minuti di durata, La battaglia delle cinque armate è anche il film più “snello” della saga, ma presenta la battaglia più spettacolare che Jackson abbia mai filmato: un'ora di scontri dominata dalla CGI ma anche da trovate di regia uniche.


Gandalf (Ian McKellen) e Bard (Luke Evans) in una scena de La battaglia delle cinque armate.

“La battaglia delle cinque armate mantiene le promesse di distruzione facendo massimo uso della tecnologia moderna, per creare un abbondante buffet di combattimenti estremamente variegati e a tratti divertentissimi – scrive Todd McCarthy di The Hollywood Reporter – questo è un film di guerra in tutto e per tutto”. “Il risultato è al tempo stesso l'episodio più avvincente, più rapido e più cupo – afferma Scott Foundas di Variety – Jackson investe la zuffa delle cinque armate con talmente tanto senso del paesaggio e azione fisica, un occhio attento alle coreografie elaborate e, soprattutto, determinazione, da ridurre la competizione a rumore bianco digitale”. “Bilbo passa buona parte del film a osservare dai lati, un personaggio di supporto in un film che porta il suo nome”, mentre il vero protagonista è Thorin, sedotto dalle ricchezze di Erebor: “Armitage lo interpreta con la rabbia dispotica e paranoica degna di un re shakespeariano”. “È evidente che Thorin è il personaggio principale, e quello il cui 'viaggio' è esaminato più a fondo”, aggiunge Andrew Pulver di The Guardian.


Un minaccioso e impazzito Thorin (Richard Armitage), vero protagonista del film.

Non tutti, però, sono d'accordo. Ad esempio William Bibbiani di Crave Online: “È vergognoso che una storia incentrata sulla follia della guerra e dell'avidità si crogioli così tanto nella distruzione incontrollata, specialmente come effetto collaterale dell'aver stiracchiato Lo Hobbit in tre film per ragioni monetarie. In questo film la guerra non è più triste, ma cool”. “Come i prequel di Star Wars, la nuova trilogia della Terra di Mezzo non eguaglia la forza degli originali, e non perché il materiale non fosse di buon livello. Piuttosto, perché il materiale è stato sopraffatto dalle proporzioni accresciute, che hanno imbottito una storia semplice trasformandola in una saga enorme”. “La battaglia delle cinque armate è un controllatissimo circo di fenomeni da baraccone, meraviglie, mostruosità e sfilate in costume – scrive Inkoo Kang di The Wrap – E come ogni circo ci tiene con il fiato sospeso e ci fa ridere, ma niente di più”.

In uscita il 17 dicembre, Lo Hobbit: La battaglia delle cinque armate è distribuito in Italia da Warner Bros. Qui il trailer.