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L’Universale – La nostra recensione

Una commedia che ricostruisce con realismo e umorismo la storia di una sala storica di Firenze

L'Universale film

L'Universale film

14.04.2016 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
C’era una volta una dimensione, quella delle sale di quartiere, dei cinema d’essai, che non rappresentava solo un luogo di diffusione di cultura cinematografica ma era vero e proprio punto di aggregazione per l’intera comunità cittadina. L’Universale del regista toscano Federico Micali è una commedia fresca – passata anche per il recente Bif&st di Bari - che ricostruisce la storia del cinema Universale di Firenze a cavallo di tutti gli anni ’70 fino alla chiusura avvenuta nel 1989.

Però il film è soprattutto un colorato e appassionato ritratto di persone, di fiorentinità, se con essa si può identificare un certo tipo di ironia acidissima che non considera niente e nessuno con eccessiva sacralità, nemmeno la settima arte e che cavalca vicende personali e storiografiche con lo stesso spirito disincantato. In L’Universale sono tanti volti noti e meno noti; tutti più o meno toscani. 

Perché la storia del cinema è vista attraverso gli occhi di Tommaso (Francesco Turbanti), il figlio del proiezionista della sala  e i suoi amici Alice (Matilda Lutz) e Marcello (Robin Mugnaini).

Oltre a un nutrito numero di spalle d’eccezione come gli attori Paolo Hendel, Vauro, Maurizio Lombardi, Anna Meacci (la mitica cassiera), Roberto Gioffré (la maschera storica), Ilaria Cristini (la barista), Francesco Mancini (la nuova maschera) e Margherita Vicario (Camilla).

Eppure, nonostante i tanti temi toccati, l’invasione dell’eroina, la lotta armata, il tono de L’Universale è un tocco da commedia fresca, frizzante, mai eccessivamente bonaria con i propri protagonisti che tratta con estrema comicità e un pizzico di leggera nostalgia.



Niente sentimento dell’antico, nessun rimpianto del passato, ma un lavoro ben fatto che tratta la Storia con dinamismo e assoluta mancanza di pietismo. Anzi, per la capacità di unire la dimensione del personale a quella puramente collettiva, L’Universale – che è tratto dalle esperienze personali del regista che realmente visse in prossimità del cinema – è una commedia davvero originale e nuova.

Perché ha l'intuito di entrare nelle viscere della sala e scoprire un pubblico che vive e respira con il film; del quale non è spettatore passivo ma fruitore interattivo, caustico, consumatore ossessivo di tabacco, battutista fulmineo e creatura possibile solo in quell’ambiente particolare che era il cinema Universale. Soprattutto il film ha un suo valore perché non ha paura di mischiare l’alto con il basso e restituire così uno spirito verace che è caratteristica assoluta dell’umorismo toscano senza l’indulgenza che potrebbe concedergli invece il tono esclusivo della commedia romantica. Da vedere assolutamente. 
 
L’Universale di Federico Micali, uscirà il prossimo 14 aprile distribuito da L’occhio e la luna con il supporto de Lo Scrittoio.
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