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Letters To Juliet - La nostra recensione

Tra amori eterni, pasta e mandolini, Gary Winick gira questo pasticcio romantico che non riesce mai veramente a colpire quanto le splendide location di Verona e Siena

Letters to Juliet - Amanda Seyfried

27.08.2010 - Autore: Marco Triolo
Verona ha ospitato l’anteprima di “Letters to Juliet”, commedia romantica di Gary Winick girata nella città veneta l’estate scorsa. Nonostante l’ambientazione del film si divida tra Verona e Siena – e nonostante la parte in Toscana sia quella più consistente – il tema dell’amore eterno è così legato alla tragedia di “Romeo e Giulietta” da rendere Verona la cornice perfetta per la prima del film. Peccato che la pellicola sia solo l’ennesima commediola romantica hollywoodiana, scritta, diretta e interpretata con il pilota automatico.

Amanda Seyfried in Lettere a Giulietta

La sceneggiatura – scritta a quattro mani da Jose Rivera e Tim Sullivan – è una summa dei cliché da romantic comedy e racconta con ben poco trasporto le vicende di due fidanzati (Amanda Seyfried e Gael Garcia Bernal) che da New York giungono a Verona per scopi diversi: lei per scrivere un articolo per il New Yorker, lui per apprendere i segreti dell’arte culinaria italiana e aprire il suo ristorante. Così, mentre lui si perde tra formaggi e vini prelibati, lei trova una lettera indirizzata negli anni ’50 a Giulietta, nella quale una ragazza inglese piange il suo innamorato italiano che non rivedrà mai più. Decide così di rispondere alla lettera e dopo un solo giorno – miracolo delle poste italiane! – l’innamorata ormai anziana (Vanessa Redgrave) arriva da Londra con l’aitante nipote (Chris Egan). Il trio parte così per un viaggio verso Siena – ma sì, tanto al fidanzato Gael che gliene frega – alla ricerca dell’amante perduto, che si manifesterà per puro caso nel bel mezzo della campagna toscana nella persona di Franco Nero, il quale entra giustamente in scena a cavallo.

Gael Garcia Bernal in Lettere a Giulietta

Gary Winick sembra aver ormai messo il suo mestiere a servizio di blandi filmetti rosa sfornati tanto per fare cassetta. “Letters to Juliet”, pur volendo parlare di passione e amore eterno, capace di “far attraversare gli oceani”, risulta alla fine piuttosto freddino. Non manca la solita accozzaglia di luoghi comuni sugli italiani romanticoni – accompagnati da copiose quantità di mandolini, spaghetti e canzoni di Max Pezzali – sparpagliati lungo un plot che sembra concepito utilizzando il manuale “Come scrivere una romantic comedy”. Si salvano gli interpreti, che davvero farebbero meglio a dedicarsi a progetti più costruttivi: la Seyfried è graziosa, Egan sa rendere il suo personaggio borioso ma simpatico, mentre la Redgrave e Nero sono molto asciutti e contenuti. Altro discorso per Bernal, che anche per colpa di un personaggio scritto malamente – sembra un isterico eccessivamente entusiasta – risulta sguaiato e sopra le righe.

Vanessa Redgrave e Amanda Seyfried in Lettere a Giulietta

Per il resto, la storia è noiosetta e già vista e il finale si protrae all’eccesso, infilando anche una versione “alla rovescia” della famosa scena del balcone shakespeariano. Verona e Siena risaltano nella loro bellezza, illuminate dall’ottima fotografia di Marco Pontecorvo, ma alla fine sono puri sfondi da cartolina. E’ invece un piacere vedere anche in ruoli minori Marina Massironi, Milena Vukotic, Angelo Infanti e il veronese Fabio Testi. Però tutto ciò non è sufficiente a giustificare la visione al cinema. Un film buono per una tranquilla serata con la vostra ragazza, tutt’al più.

"Letters to Juliet" é distribuito in Italia dalla Eagle Pictures

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