Fa sempre piacere leggere un nome nuovo tra le uscite in sala, al pensiero che un giovane regista italiano abbia l'opportunità di farsi conoscere, e con lui tanti attori più o meno invisibili. E in questo senso la distribuzione di Le verità di Giuseppe Alessio Nuzzo - prodotto da Pulcinella Film e Social World Film Festival nell'ambito di Film4Young co-finanziato dal Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Servizio Civile Nazionale (SCN) - rientra alla perfezione in questa tipologia. Sulla carta.
Il "regista di soli 26 anni" e lo "staff con una media di soli 30 anni di età", dei quali il film si gloria, anche giustamente, comportano purtroppo qualche rischio. Che la realizzazione, evidentemente, sconta. Su diversi fronti. In primis quello della direzione degli attori o della scelta delle inquadrature e dei movimenti di macchina, elementi che a più riprese danno l'impressione di un saggio e non di un lungometraggio compiuto.
La scelta di fondo di un racconto giocato su diversi piani di realtà e temporali, con una forte componente surreale e fantastica, non ha reso l'opera più semplice - e più di qualche scricchiolio si avverte, soprattutto nel finale che dovrebbe permettere di tirare le fila senza escamotage o 'aperture' - eppure finisce con il concederle una sorta di 'credito' di benevolenza o di (in)credulità.
Le caratterizzazioni restano banali, i personaggi prevedibili, e attori come Francesco Montanari, Nicoletta Romanoff, Renato Scarpa, Sergio Solli (trascurando volutamente i 10 secondi di Maria Grazia Cucinotta, buoni per il manifesto) abbandonati a se stessi in sequenze che li penalizzano. Il tono 'casalingo' generale pesa, purtroppo, e si fa notare al venire meno le giustificazioni per il resto del contesto, ma quel che indispone e lancia in caduta libera la votazione conclusiva è decisamente la gestione di molti comportamenti e scambi di un film che resta confuso, grezzo, approssimativo e deludente.
Le verità, in sala dal 27 aprile 2017, è distribuito da Paradise Pictures in associazione con Stemo.
Il "regista di soli 26 anni" e lo "staff con una media di soli 30 anni di età", dei quali il film si gloria, anche giustamente, comportano purtroppo qualche rischio. Che la realizzazione, evidentemente, sconta. Su diversi fronti. In primis quello della direzione degli attori o della scelta delle inquadrature e dei movimenti di macchina, elementi che a più riprese danno l'impressione di un saggio e non di un lungometraggio compiuto.
La scelta di fondo di un racconto giocato su diversi piani di realtà e temporali, con una forte componente surreale e fantastica, non ha reso l'opera più semplice - e più di qualche scricchiolio si avverte, soprattutto nel finale che dovrebbe permettere di tirare le fila senza escamotage o 'aperture' - eppure finisce con il concederle una sorta di 'credito' di benevolenza o di (in)credulità.
Le caratterizzazioni restano banali, i personaggi prevedibili, e attori come Francesco Montanari, Nicoletta Romanoff, Renato Scarpa, Sergio Solli (trascurando volutamente i 10 secondi di Maria Grazia Cucinotta, buoni per il manifesto) abbandonati a se stessi in sequenze che li penalizzano. Il tono 'casalingo' generale pesa, purtroppo, e si fa notare al venire meno le giustificazioni per il resto del contesto, ma quel che indispone e lancia in caduta libera la votazione conclusiva è decisamente la gestione di molti comportamenti e scambi di un film che resta confuso, grezzo, approssimativo e deludente.
Le verità, in sala dal 27 aprile 2017, è distribuito da Paradise Pictures in associazione con Stemo.
