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Le confessioni – La nostra recensione

Ammirabile tentativo di punzecchiare nel profondo il dio della finanza; ma il film di Andò è a volte eccessivamente criptico agli occhi dei più

21.04.2016 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
Toni Servillo uomo di fede fatto solo di semplicità e dimensione spirituale è l’intruso che fa saltare gli equilibri di un gruppo di otto uomini di potere riuniti per decidere il destino dell’economia mondiale.

Come un agnello tra i lupi e unico animale mite tra i leoni affamati, riuscirà con il proprio pensiero candido a cambiare in parte gli equilibri di forza all'interno del gruppo. Questa, in estrema sintesi è l’ossatura e la simbologia del verboso e metafisico Le confessioni, ultimo lavoro del regista Roberto Andò già autore di Viva la libertà.
 
A volere descrivere Le confessioni, nel film c’entra molto la politica, soprattutto l’economia, e la volontà non tanto di capirne i meccanismi, molti dialoghi sono volutamente lasciati incomprensibili ai più tanto per dare l’idea dell’inaccessibilità dell’argomento, quanto di interrogarla su argomenti come etica, responsabilità e giustizia sociale, in un sistema che insegue solamente il diktat del profitto.



Un tema già di per sé difficile che però Le confessioni non pungola con l’asciuttezza del racconto sociale ma lasciando al racconto una dimensione piuttosto filosofica e spirituale. A volte davvero non si capisce dove si vuole andare a parare; intellettualmente e narrativamente. 
 
Certo il viaggio di per sé è abbastanza sopportabile quando condotto da una guida ideologica di tutto rispetto come Toni Servillo qui nei panni del monaco Roberto Salus, ancora una volta bravissimo a dare tanto solo con il minimalismo della propria recitazione, personaggio che ha il compito di porre ciascun ministro a confronto con i propri demoni professionali e personali.



C’è anche un tono di thriller in Le confessioni; solo che non si capisce qual è la posta in gioco e la tensione alla fine non sale mai. E allora, in questo suo mettere al centro un prete come capro espiatorio di un peccato collettivo, il film ricorda un altro interessante lavoro noir-spirituale come Calvario.

Ma la premessa del film era lì ben più forte, con una minaccia di morte iniziale fatta all'indirizzo del prete perché esso assolvesse con la propria uccisione agli abusi compiuti da un altro parroco qualche anno prima. Piuttosto in Le confessioni tutto si appoggia su un’aleatorietà delle atmosfere, su una pregevole fattura estetica – spesso però si pensa all’ambientazione e al ritmo di Youth - La giovinezza – e sulla bravura di un gruppo di attori, tra i quali si arruolano lo stesso Toni Servillo, Connie Nielsen, Pierfrancesco Favino e Daniel Auteil, che pur non dicendo nulla di così unanimemente comprensibile riescono a dare tensione e ritmo drammatico a ciascuna scena. 

In conclusione, forse Le confessioni ha voluto fare troppo dimenticandosi del pubblico. O forse invece abbiamo ancora bisogno di tempo per capire un film così complesso e simbolico.
 
Le confessioni, in uscita il 21 aprile è distribuito da 01 Distribution.