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La recensione di Maradonapoli: Napoli e Maradona come una cosa sola 

Il bel documentario di Alessio Maria Federici racconta il fenomeno calcistico da un punto di vista inedito: quello della gente 

Maradonapoli

Maradonapoli

02.05.2017 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
Raccontare Maradona senza Maradona. Questo è il paradosso di Maradonapoli del regista Alessio Maria Federici che nel suo documentario si prende la libertà di rivolgere l'obbiettivo non esclusivamente verso il campione sportivo pluri-raccontato, ma dalla parte della città e della gente che dal 1984 al 1991 lo ha ospitato, amato e celebrato in tantissime forme.

Questo perché il mito di Maradona non si può spiegare fino in fondo e non ha contorni nitidi. Se così fosse esso perderebbe quella dimensione vaga che permette a ognuno dei suoi sognatori di riempirlo con quello che più sente come vicino, magico e significativo. Di certo però il mito si può mostrare con un mix di esperienze personali e di informazioni che ne raccontino il profilo, l'intensità e soprattutto l'immortalità.



Così è Maradonapoli, che non utilizza la freddezza della ricostruzione cronologica e l'uso ossessivo di materiale di archivio spesso abusato nei biopic o nei documentari. Piuttosto rende il passato, presente, l'agiografia riservata ai santi più intoccabili, la testimonianza viva della gente di Napoli che racconta il suo più grande successo anni dopo quella stagione di ori e di argenti.

Per dire di Maradona, Federici interroga diversi napoletani dalle estrazioni sociali più diverse, pizzettari, ingegneri, tatuatori, registi e prova a mettere insieme ogni singolo pezzo portato in dono dal testimone di turno in un grande puzzle collettivo non scevro della dimensione sociale. Che ci spiega perché il calciatore abbia in qualche modo identificato la rinascita di un territorio, una seconda chance simbolica per un luogo fino a lì sempre ferito e vilipeso in tanti modi.



Maradonapoli in realtà procede un po' come la struttura del murales che la città ha di recente dedicato al campione sul tetto di un palazzo di San Giovanni a Teduccio, quartiere periferico di Napoli. Da vicino vediamo solo la macchia di colore, mentre da lontano è la figura del campione nella sua interezza a stagliarsi sul cielo del capoluogo campano. Per tutti questi motivi il lavoro di Federici è sicuramente un film vitale e interessante nel suo saper mescolare passato e presente, aneddoti più noti con curiosità meno svelate anche per chi di calcio sa poco e niente e per tutte quelle persone e generazioni che hanno vissuto per questioni anagrafiche il fenomeno Maradona per rimbalzo o per osmosi.

Giusta infine anche la durata del documentario: poco più di 70 minuti. Così si evita la noia che inevitabilmente scaturirebbe da un racconto sempre celebrativo e che però proprio per questo potrebbe, alla lunga, annoiare gli spettatori meno calciofili e Maradona-militanti. 

Maradonapoli in uscita il 1 maggio 2017 è distribuito da Warner Bros.